Nella giornata di ieri i finanzieri dei Comandi Provinciali di Catanzaro e Bologna, coordinati dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro disposto, ai sensi dell’art. 20 del Codice Antimafia, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione instaurato nei confronti di un noto narcotrafficante internazionale originario del vibonese, da tempo residente nella provincia di Bologna.
Lo stesso, coinvolto in vari procedimenti penali per l’importazione in Italia di ingenti carichi di sostanze stupefacenti provenienti dal Sudamerica abilmente occultati in carichi di merce di copertura (es. tubi di plastica inseriti in blocchi di marmo, controsoffittature in plastica), ha già riportato condanne pesantissime; tant’è che attualmente si trova in carcere per espiare una condanna alla pena della reclusione fino al 3 ottobre 2045.
Il decreto emesso dal citato Tribunale nell’ambito del procedimento di prevenzione scaturisce, quindi, da una preventiva valutazione del profilo criminale dell’interessato che lo vede rientrare a pieno titolo nella categoria dei soggetti connotati da pericolosità sociale “qualificata” così come stabilito dal Codice Antimafia.
Contestualmente, da approfondite indagini economico-patrimoniali -svolte dagli specialisti dei GG.I.C.O. dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e Bologna, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro- è stato possibile accertare un’ evidente sproporzione tra il valore del patrimonio accumulato nel tempo dal proposto e le fonti di reddito lecite a questo riconducibili, che ha consentito alla competente Autorità Giudiziaria di sottoporre a vincolo patrimoniale n. 1 appezzamento di terreno sito in provincia di Vibo Valentia e n. 2 fabbricati di pregio siti in provincia di Bologna, per un valore stimato in complessivi € 1.300.000,00.
Nel 2014, il proposto era stato destinatario di analogo provvedimento di confisca emesso dall’A.G. felsinea che aveva attinto diversi dei beni colpiti dall’odierno provvedimento, poi annullato dalla Corte di Cassazione che, accogliendo le doglianze dell’interessato, aveva sancito la competenza della Procura della Repubblica di Catanzaro.
L’aggressione dei patrimoni illeciti rappresenta, perciò, anche in questa circostanza, il modo più efficace di contrastare le organizzazioni criminali e chi è abitualmente dedito a vivere nell’illegalità nel cuore dei propri interessi e di restituire alla collettività, quando i beni saranno definitivamente confiscati, quanto è stato accumulato.