30 Anni di reclusione per Razionale e Bonavota nel processo Rinascita Scott
Il tanto atteso verdetto del processo Rinascita Scott, che ha catturato l’attenzione e suscitato grande interesse nell’opinione pubblica e nella comunità giuridica, è finalmente stato pronunciato. Undici anni di reclusione: questa è la pena inflitta al noto avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, dal Tribunale di Vibo Valentia. Una sentenza che ha lasciato attoniti molti, considerando che la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) aveva inizialmente chiesto una condanna ben più severa, pari a 17 anni di carcere.
La lettura della sentenza, che ha coinvolto ben 338 imputati, è stata un’operazione lunga e complessa, durata ben 1 ora e 40 minuti. In questo mare di processi e di accuse, emerge il nome del tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli, condannato a 2 anni e 6 mesi, una pena nettamente inferiore rispetto alla richiesta degli inquirenti, fissata a 8 anni. Anche l’ex finanziere Michele Marinaro dovrà scontare una pena di 10 anni e sei mesi, anziché i 17 inizialmente richiesti, mentre l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino è stato condannato a 1 anno e 6 mesi, lontano dai 20 anni che gli erano stati proposti.
Ma il colpo di scena più eclatante è rappresentato dall’ex sindaco di Pizzo e ex presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, che è stato assolto dal Tribunale di Vibo Valentia al termine del processo di primo grado Rinascita Scott. La Dda di Catanzaro aveva avanzato una richiesta di condanna a 18 anni di reclusione per Callipo, ma i giudici hanno deciso di assolverlo. Un’assoluzione che ha scosso le fondamenta dell’intera vicenda giudiziaria, smentendo le aspettative degli inquirenti.
D’altra parte, l’avvocato di Vibo Valentia Francesco Stilo, coinvolto anch’esso nel processo, non è riuscito a sfuggire alla condanna, pur se inferiore a quanto richiesto dalla procura. Stilo dovrà scontare 14 anni di reclusione, rispetto ai 15 sollecitati dai pubblici ministeri.
Le condanne più pesanti, pari a 30 anni di reclusione, sono state inflitte a Saverio Razionale, indicato come il presunto boss di San Gregorio d’Ippona, e a Domenico Bonavota, ritenuto il presunto capo di Sant’Onofrio. Il verdetto finale segna una svolta significativa in questo intricato caso giudiziario, aprendo il capitolo delle eventuali future appeal e ricorsi da parte degli imputati e dei loro difensori.
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