Il Grande Albergo delle Fate: un gioiello architettonico nel cuore della Sila catanzarese (VIDEO)

L’EDITORIALE

Immerso in un contesto fiabesco, il Grande Albergo delle Fate rappresenta uno dei beni culturali più importanti della Sila catanzarese. Dichiarato tale dal Ministero per i Beni Culturali, questo albergo costruito negli anni ’30 con soluzioni architettoniche all’avanguardia è un esempio di stile e bellezza che merita di essere preservato.

Situato nel centro di Villaggio Mancuso, l’albergo dispone di 35 camere, tra cui suite, appartamenti e camere singole, doppie, triple e matrimoniali. La struttura è dotata di un’ampia hall, un ristorante da 300 posti, un bar, una sala giochi per bambini, una sala lettura, una sala TV, una sala da gioco, una sala colazione e una veranda esterna con servizio bar. Inoltre, è possibile usufruire di servizio lavanderia.

Per dare ulteriore impulso al Villaggio, Mancuso, il giovane imprenditore Eugenio Mancuso, catanzarese,   decise di costruire un albergo che chiamò “Il Grande Albergo delle Fate”. L’inaugurazione dell’albergo avvenne il 16 agosto del 1931, e l’edificio, interamente costruito in legno, rappresentò un’opera imponente.

L’albergo aveva l’obiettivo di rappresentare qualcosa di “magico” per chi vi avrebbe soggiornato, e questo obiettivo fu raggiunto grazie ai particolari che caratterizzavano gli interni, come le lavorazioni in legno degli arredi, le rifiniture delle stanze, alcune delle quali con bagno in camera, gli arazzi calabresi alle pareti, le coperte dei letti.

L’albergo aveva 35 camere, tra cui singole, doppie, triple e matrimoniali, due suite e 3 appartamenti da 4 posti letto, oltre a una sala nursery, una boutique, una sala lettura, una sala d’attesa con cabina telefonica e un’ampia piscina all’esterno. L’hotel disponeva anche di un centro sportivo attrezzato con campo da calcio, da tennis e di tiro a volo, un teatro adibito a sala cinematografica e diverse sale da gioco.

L’Albergo delle Fate divenne un luogo di soggiorno molto apprezzato, tanto che ospitò numerosi personaggi illustri tra cui svariati attori del cinema dei mitici anni ’50/’60 ed è stato a lungo motivo di orgoglio per gli abitanti di Taverna, il paese natale dell’artista Mattia Preti.

L’albergo delle fate oggi

Oggi, però, il Grande Albergo delle Fate versa in uno stato di abbandono, e il sequestro ha suscitato sconforto tra gli abitanti del Villaggio Mancuso e tutti coloro che amano la Sila catanzarese. La sua presenza rappresenta una testimonianza importante della storia e della cultura del territorio, ma purtroppo il passare del tempo e la mancanza di interventi di manutenzione hanno portato l’albergo al degrado. La sua chiusura rappresenta una perdita non solo per il turismo locale, ma anche per il patrimonio architettonico e culturale dell’intera regione.

La situazione del Grande Albergo delle Fate è emblematica di un problema più ampio che riguarda la conservazione del patrimonio culturale e architettonico del nostro Paese. Spesso ci troviamo di fronte alla triste realtà di edifici storici e monumenti che vengono trascurati, lasciati a se stessi e finiscono per cadere in rovina. Questo è un vero peccato, perché il patrimonio culturale rappresenta una ricchezza inestimabile per il nostro Paese e per le future generazioni. Ecco perché è importante che le istituzioni competenti prendano sul serio il compito di tutelare il patrimonio culturale e architettonico del nostro Paese. È necessario che vengano stanziati fondi per la manutenzione e il restauro di edifici storici e che si adottino politiche di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

Il Grande Albergo delle Fate rappresenta una delle tante testimonianze della storia e della cultura del nostro Paese, e la sua salvaguardia dovrebbe essere una priorità per le istituzioni e per tutti coloro che amano la bellezza e la cultura italiana. È importante che non ci si fermi solo alla constatazione del degrado, ma che si agisca per preservare e valorizzare il patrimonio culturale italiano, affinché possa continuare a ispirare e a emozionare le generazioni future.

L’albergo è chiuso da tempo e la zona circostante è stata invasa da strutture in cemento, che stanno distruggendo la piccola oasi di bellezza che lo circonda.

Salviamo il Grande Albergo delle Fate

È importante salvare il Grande Albergo delle Fate dall’oblio, riportando la sua gloria e la sua dignità. È necessario ristrutturarlo e riaprirlo al pubblico, per farlo tornare ad essere un importante punto di attrazione dell’altopiano silano. La tutela del patrimonio culturale deve essere una priorità per le istituzioni che hanno il compito di preservare la nostra storia e la nostra cultura. Lanciamo quindi un appello per salvare il Grande Albergo delle Fate. Non possiamo permettere che un simbolo della Sila catanzarese vada perso a causa dell’indifferenza e della mancanza di attenzione da parte delle istituzioni. È nostro dovere proteggere e valorizzare i beni culturali, restituendo loro il posto che meritano nella nostra storia e nella nostra cultura.

Il Villaggio Mancuso: una perla della Sila catanzarese

Il Villaggio Mancuso è una delle gemme più preziose della Sila catanzarese, una località che ha visto la sua nascita negli anni ’20 grazie all’ingegno dell’imprenditore Eugenio Mancuso. In quel periodo storico, l’Italia stava attraversando una profonda crisi economica, ma Mancuso fu in grado di cogliere l’opportunità che gli venne offerta e acquistò un’ampia area boschiva dove aveva già una segheria, sul Colle della “Poverella” in contrada “Catananni”. Grazie alla sua abilità di costruttore e al suo legname invenduto, Mancuso diede vita al Villaggio Mancuso, un complesso turistico composto da casette in legno costruite da artigiani della ditta Arturo Campo di Belluno.

Il Villaggio Mancuso divenne rapidamente una meta turistica molto amata dai catanzaresi e da coloro che amavano le montagne circostanti, raggiungibili in breve tempo. Il Villaggio offriva ai residenti di Puglia, Sicilia e Campania la possibilità di trascorrere le vacanze in una zona non troppo lontana dalla propria regione, e questo lo rese molto popolare.

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