Operazione Stige: 169 arresti tra Italia e Germania (2 VIDEO)

Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Crotone stanno notificando 169 provvedimenti restrittivi nei confronti di appartenenti alla ‘ndrangheta e loro favoreggiatori.

Al centro delle indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, le attività criminali della cosca FARAO-MARINCOLA, una delle più potenti cosche calabresi con ramificazioni anche nekl nord Italoi, in particolare Emilia Romagna, Veneto, Lazio Lombardia e persino in Germania.

Documentata l’infiltrazione mafiosa in diversi settori economici e imprenditoriali, sia i Italia cche all’stero, che ha consentito al dodalizio di strutturarsi come una vera propria hoding criminale capace di gestire affari economici per milioni di euro.

I particolari dell’operazioni sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alle ore 10,30, presso la sede della procura della repubblica di Catanzaro.

AGGIORNAMENTO ORE 8,30

Questa mattina nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore della Repubblica Dott. Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto dott. Vincenzo Luberto e dai sostituti procuratori Dott. Domenico Guarascio, Alessandro Prontera e Fabiano Rapino, è stata data esecuzione a un provvedimento cautelare, emesso dal tribunale di Catanzaro su richiesta della locale procura  distrettuale antimafia, nei contronti di 169 indagati per associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, autoriciclaggio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni, intestazione fittizia di beni, procurata inosservanza di pena e illecita concorrenza con minacci aggravata dal metodo mafioso.

Oltre ai provvedimenti custodiali, notificati dai carabinieri del Ros e da quelli del comando provinciale di Crotone in Calabria, Lombardia, Veneto , Emilia Romagna, Piemonte, Lazio, Toscana, Campani e in Germania, è stato notificato anche un decreto preventivo di beni per un valore di circa 50 milioni di euro.

Tra gli arrestati ache il presidente della Provincia di Crotone Nicodemo Parrilla. Parrilla, sindaco di Cirò Marina, è accusato di associazione mafiosa ed è ritenuto dagli inquirenti il rappresentante della cosca nelle istituzioni locali. In tutto  sono tre i sindaci arrestati. Oltre a Parrilla, implicato il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano e quello di Mandatoriccio Angelo Donnici. Tra gli amministratori locali coinvolti, figurano anche il vice sindaco di Casabona Domenico Cerrelli e il presidente del Consiglio comunale di Cirò Marina Giancarlo Fuscaldo.

E’ stato possibile eseguire contestualmente le ordinanze custodiali in Germania, grazie alla collaborazione di EuroJust che ha consentito il coordinamento tra la Procura di Catanzaro e le procure di Kassel, Stoccarda, Monaco e Dusseldorf.

La cosca aveva infiltrato il tessuto economico e sociale dell’are cirotana mediante un radicale controllo mafioso degli apparti imprenditoriali, operanti soprattutto nei settori della produzione e commercio di pane, della vendita del pescato, del vino e dei prodotti alimentari tipici, nonché del settore della raccolta e riciclo sia di materie platische sia di R.S.U.

L’indagine è riuscita quindi a delineare il quadro complessivo degli interessi illeciti gestiti in ambito nazionale e estero dal sodalizio indagato, verificando altresì la disponibilità di ingenti risorse finanziare che venivano reimpiegati n numerose iniziative imprenditoriali e commerciali del Nord Italia e in Germania

Le attività, condotte dai carabinieri e coordinate  dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno innanzitutto accertato la peculiare strutturazione dell’organizzazione criminale che diretta dal boss ergastolano Farao Giuseppe classe 47, aveva la sua base operativa nell’area di Cirò, Cirò Marina e comuni circostanti, dove è stata verificata anche l’ operatività di due ‘ndrine satelliti: quella di Casabona, facente capo a Tallarico Francesco e quella di Strongoli, facente capo alla famiglia “GIGLIO” . La locale di Cirò poteva inoltre contare su proprie diramazioni  nelle regioni del Nord Italia e della Germania, dove venivano gestite attività commerciali imprenditoriali, frutto di riciclaggio e reimpiego dei capitali illecitamente accumulati.

L’assetto del sodalizio era espressione delle direttive impartite dal citato FARAO GIUSEPPE ed era orientato a privilegiare lo sviluppo imprenditoriale della cosca, affidato ai propri figli e nipoti e sviluppato attraverso il reperimento di nuovi e sempre più remunerativi canali di investimento economico, limitando al massimo il ricorso ad azioni violente ed evitando gli scontri interni ritenuti pregiudizievoli per la conduzione della affari. Il controllo mafioso del territorio era stato invece demandato ad una serie di reggenti fedelissimi del capo cosca.

Le indagini hanno consentio poi di ricostruire la ramificat rete di imprenditori compiacenti e collusi che, sulla base di un rapporto perfettamente sinallagmatico, ottenevano rapidi pagamenti dalle P.A., recupero crediti, lavori e commesse, pubbliche e private, riconoscendo di contro al sodaliziio, i più diversificati favori, dalle assunzioni, ai finanziamenti, all’elargizione di somme di denaro, contriubendo efficacemte e conspevolemte all’accrwsimento del potere mafioso sul territorio.

Al centro dell’inchiesta  le attività criminali della cosca Farao-Marincola di Cirò, una delle più potenti della Calabria, con ramificazioni anche nel Nord e Centro Italia (in particolare Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia) e in Germania. Secondo quanto reso noto dai militari del Ros le indagini hanno documentato l’infiltrazione mafiosa in diversi settori economici e imprenditoriali, sia in Italia che all’estero, circostanza che ha consentito alla cosca di strutturarsi come una vera a propria “holding criminale” capace di gestire affari per milioni di euro.

Nel corso dell’operazione dei Carabinieri del Ros che ha portato a 169 arresti di presunti affiliati e favoreggiatori della ‘ndrangheta in Italia e in Germania sono stati anche sequestrati beni ritenuti riconducibili alla cosca Farao-Marincola per oltre 50 milioni di euro complessivi. Si tratta di patrimoni, viene sottolineato dagli investigatori, accumulati illecitamente nel corso degli anni. Il gruppo criminale era ramificato in diverse regioni e la sua operatività, come accertato dai Carabinieri in collaborazione con la polizia tedesca, si estendeva anche ai lander dell’Assia e del Baden-Wurttemberg. Le indagini hanno ricostruito uno scenario definito dai Carabinieri di “pervasiva infiltrazione mafiosa” in diversi settori economico-imprenditoriali, dal commercio di prodotti vinicoli e alimentari alla raccolta dei rifiuti; dai servizi funebri agli appalti pubblici. Scoperta, inoltre, una “fitta rete di connivenze” da parte di amministratori pubblici. Gli arresti e i sequestri sono stati eseguiti dai Carabinieri in Italia e contestualmente dalla Polizia tedesca in Germania.

Tredici persone sono state arrestate per estorsione in Germania perchè imponevano ai ristoratori di origine italiana della zona di Stoccarda, in Germania, l’acquisto di vino, prodotti di pasticceria e semilavorati per la pizza prodotti da imprese legate alla cosca.
Secondo l’accusa, gli emissari della cosca Farao-Marincola erano anche divenuti i referenti dei ristoratori per la composizione di eventuali controversie che si venivano a creare.

Ultima modifica: 07 11 2022