Scomparsa David Zard: il ricordo di Ruggero Pegna

david Zard

Era il 1984, studiavo per l’ultimo esame di ingegneria. La passione per la musica mi spingeva, spesso, fuori dalla Calabria per assistere ai miei concerti preferiti, Roma, Milano, allora Cava dei Tirreni. Dopo tanti viaggi, cullai un sogno, quello di poterli organizzare qui, nella mia terra. Così cercai di contattare David Zard, il più grande, il più bravo, il più celebre di tutti gli organizzatori. Dopo tante telefonate, ci riuscii. Poche parole e mi invitò subito a Roma, nel suo ufficio di viale Trastevere. Fu un incontro che mi ha cambiato la vita, per sempre. Parlammo a lungo e lo convinsi. Simpatia immediata. Cominciai così, sotto la sua guida, la mia avventura con gli Spandau Ballet a Catanzaro e, ancora con lui, Patsy Kensit e Santana a Lamezia, Claudio Baglioni a Reggio…

Dopo una chiacchierata con mio padre, spaventato da questo lavoro, mi prese in braccio e mi portò lontano, tra emozioni e sogni. Sognammo insieme il progetto di un grande raduno rock internazionale in Sila, ma non trovammo i sostegni necessari. Quella sua permanenza a Camigliatello, però, fu un’occasione per conoscerlo meglio, per apprezzarne i suoi splendidi lati umani, rari in questo ambiente.

Un grande manager, un grande uomo. Elegante, colto, ironico, generoso, affettuoso, con un carisma unico e magnetico. Ricordo quando entrai nel suo nuovo ufficio di Viale Mazzini dopo la nascita del figlio: “David Zard presenta Clemente Zard”. Allora era in fasce, oggi è il suo degno erede.

Un grande manifesto ne annunciava l’arrivo, a fianco di Madonna, David Bowie, Genesis e Rolling Stones. Creativo, geniale, sopra tutti, Davide mi ha insegnato tante cose, professionali e non, perfino a sorridere di cattiverie e invidie.

Nel 2002 lo convinsi a portare Notre Dame De Paris, lo spettacolo di cui andava più fiero, a Catanzaro. “Sei sicuro? Vedi che costa tanto!”. Fu un trionfo, lo abbracciai e lo premiai sul palco. Subito dopo mi ammalai all’improvviso di leucemia. Mi telefonò in lacrime, voleva portarmi a Parigi, da medici esperti. Un affetto sincero, senza tempo. Due anni fa, l’altro suo kolossal, Romeo e Giulietta. Ci ha tenuto a riscendere per presentarlo di persona e lasciarmi questa foto, che conserverò gelosamente, tra i ricordi più belli.

Ciao Davide, insuperabile Maestro!

#lamusicanonèmaistatacosìspettacolare