Soldi per voti della ‘ndrangheta: indagata Angela De Feo, candidata Regionali 2005

Tribunale Catanzaro

Nella mattinata di ieri, personale della Sezione Criminalità Organizzata di questa Squadra Mobile ha provveduto, su disposizione della Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, alla notifica del provvedimento di Avviso della conclusione delle indagini preliminari ex art 415 bis c.p.p. a carico di: De Feo Angela (cl. 61), Villiliroo Romolo (cl. 78), Bonaddio Vincenzo (cl. 59), Notarianni Aldo (cl. 65), Cappello Rosario, Giampà Pasquale, Torcasio Angelo e Cappello Saverio (gli ultimi 4 attualmente collaboratori di giustizia) tutti ritenuti responsabili, in concorso, del reato previsto e punito all’art 416 ter del Codice Penale (scambio elettorale politico-mafioso).

Nello specifico, le indagini svolte da questa Squadra Mobile, sulla scorta ed a riscontro delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia sopra menzionati, nonché da Pulice Gennaro e Giampà Giuseppe, anch’essi collaboratori, hanno consentito di dimostrare che la De Feo Angela, in qualità di candidata in forza al partito Socialista, Nuovo Psi, per le consultazioni relative al rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria del 3 e 4 aprile 2005, avvicinò, avvalendosi dell’intermediazione di Villirillo Romolo, gregario della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro (KR), esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta Gaimpà di Lamezia Terme perché gli procurassero voti a fronte della elargizione di una rilevante somma di denaro (50.000 euro), somma effettivamente poi consegnata nelle mani dell’indagato Giampà Pasquale, membro della cosiddetta “commissione” della cosca lametina che provvide alla ripartizione del denaro con gli altri maggiorenti della organizzazione mafiosa.

A distribuire ad affiliati e simpatizzanti il materiale di propaganda elettorale furono, tra gli altri, i Cappello che, dopo l’avvio della loro collaborazione con la giustizia, hanno dichiarato di aver ricevuto 5000 Euro della maggior somma pagata dalla De Feo, che poi distribuirono in piccole tranche da 100 Euro ai collettori di voti a disposizione della cosca impegnati sul territorio.

In effetti, tuttavia, secondo le risultanze delle investigazioni, l’intervento della cosca non si rivelò sufficiente a determinare il successo elettorale della De Feo cosicché la stessa si risolse a rivolgersi, per chiedere la restituzione della somma, ancora una volta al Villirillo che, direttamente o tramite propri sodali, interessò esponenti di spicco della ‘ndrangheta lametina, contattati anche in ambito carcerario.