Calabria in testa alla classifica dei reati ambientali

Mare inquinato in Calabria
Mare inquinato in Calabria

Inquinamento marino in Calabria: i numeri allarmanti del rapporto di legambiente

Legambiente, un’organizzazione ambientalista italiana, ha pubblicato il suo rapporto annuale per il 2023 alla vigilia dell’anniversario dell’uccisione di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore noto per il suo impegno nella lotta alla speculazione e alle attività illegali lungo la costa calabrese italiana. Il rapporto rappresenta un omaggio per mantenere viva la sua eredità e sottolineare la continua lotta per la protezione dell’ambiente costiero della Calabria.

Nel 2022, l’Italia ha registrato un preoccupante aumento dei reati ambientali lungo le sue coste, con un totale di 19.530 casi segnalati, segnando un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Questi crimini hanno coinvolto una vasta gamma di reati, con la produzione illegale di cemento, l’inquinamento marino (compresi i rifiuti e il cattivo trattamento delle acque reflue) e la pesca illegale come i più diffusi. Inoltre, si è assistito a un aumento delle violazioni del Codice di Navigazione.

Sorprendentemente, il 48,7% di questi reati è avvenuto nelle quattro regioni storicamente associate alla criminalità organizzata, con la Campania in testa con 3.345 reati segnalati. La Calabria si è piazzata al quinto posto per le aree marine violate, mentre la Basilicata ha ottenuto il triste primato per le infrazioni per chilometro di costa.

Legambiente ha colto l’occasione per presentare otto proposte al governo Meloni, mirate a tutelare in modo più efficace il notevole patrimonio costiero e marino dell’Italia. Queste proposte spaziano dall’attribuire ai Prefetti il compito di sovrintendere alla demolizione di costruzioni abusive a investimenti nelle strutture di depurazione delle acque e alla lotta contro le attività di pesca illegale.

La produzione illegale di cemento, l’inquinamento, il cattivo trattamento delle acque reflue e la pesca illegale minacciano complessivamente le regioni costiere e gli ecosistemi marini italiani. Nel 2022, queste attività hanno portato a un totale di 19.530 reati ambientali documentati, segnando un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Mentre il numero di individui perseguiti e arrestati è diminuito leggermente (-4%) a 19.658, il numero di sequestri è diminuito significativamente (-43,3%) a 3.590. La somma totale dei reati e delle violazioni amministrative ha rivelato una media di 8,7 infrazioni per chilometro di costa, indicando un aumento rispetto alle 7,5 del 2021.