Centrale del Mercure, ricorso al Tar contro la legge regionale

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Centrale del Mercure, battaglia legale: i Comuni chiedono l’intervento del Governo

La centrale a biomasse del Mercure, situata al confine tra Calabria e Basilicata, è al centro di una battaglia legale che coinvolge istituzioni locali, enti regionali e il Governo centrale. La società Mercure Srl, interamente controllata da Sorgenia Spa, ha presentato lo scorso 30 dicembre un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) contro la recente legge regionale della Calabria che impone una significativa riduzione della potenza dell’impianto. Una misura che, secondo Sorgenia, rischierebbe di portare alla chiusura della centrale, con conseguenze economiche e occupazionali per il territorio.

Il ricorso e i punti contestati
Il provvedimento regionale, nato per tutelare l’ambiente e mitigare l’impatto della struttura sul territorio, limita drasticamente la capacità produttiva della centrale, che utilizza biomasse per generare energia. Sorgenia, nel ricorso al Tar, ha sottolineato che queste restrizioni renderebbero insostenibile l’operatività dell’impianto. La questione si inserisce in un dibattito più ampio sul bilanciamento tra sviluppo industriale e tutela ambientale in aree di pregio naturale come il Parco del Pollino.

La reazione dei Comuni del Pollino e del Consorzio del Legno
A schierarsi contro la legge regionale non è solo Sorgenia. Anche i Comuni del Pollino e il Consorzio del Legno Valle Mercure hanno espresso preoccupazione per le possibili conseguenze economiche del provvedimento. In una lettera indirizzata al Governo centrale, i firmatari chiedono di impugnare la legge calabrese, giudicandola lesiva per il tessuto produttivo locale. Il documento è stato inviato al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al Ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

Le prospettive
La vicenda apre un fronte di confronto non solo tra l’azienda e la Regione Calabria, ma anche tra le comunità locali e il governo regionale. Sullo sfondo rimane il dibattito sulla sostenibilità delle centrali a biomasse, spesso oggetto di critiche da parte degli ambientalisti, e il ruolo delle normative regionali nel gestire le risorse e lo sviluppo del territorio.

Il ricorso al Tar e l’appello al Governo centrale rappresentano solo l’inizio di un percorso che potrebbe segnare il destino della centrale del Mercure. Mentre si attende il pronunciamento dei giudici amministrativi, la questione resta aperta, con importanti implicazioni economiche, ambientali e sociali per l’intera area del Pollino.