Coldiretti Calabria: vittoria per la sostenibilità degli allevamenti

bovini al pascolo
bovini al pascolo

Coldiretti Calabria trionfa nella difesa degli allevamenti italiani: esclusi dalla nuova direttiva sulle emissioni UE i bovini, ma sfida per il settore suino

È stata recentemente ridimensionata la direttiva sulle emissioni dell’Unione Europea, ma la decisione di escludere gli allevamenti bovini da latte e da carne ha suscitato dibattiti e polemiche. Coldiretti Calabria, insieme a Filiera Italia, ha espresso il proprio dissenso riguardo all’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta di modifica della direttiva sulle emissioni, definendo assurdo il paragone tra le stalle e le fabbriche.

L’accordo ha salvaguardato il settore bovino, escludendolo dalla nuova direttiva sulle emissioni industriali, evitando così procedure di autorizzazione ritenute insostenibili. In Calabria, dove ci sono 4.479 aziende con 107.559 capi bovini, questa decisione ha sostenuto un settore cardine del Made in Italy. Tuttavia, il settore suino è emerso più penalizzato a causa del compromesso, specialmente per gli allevamenti da ingrasso, mentre le modifiche al settore avicolo sono state relativamente limitate.

Coldiretti Calabria ha sottolineato l’ingiustizia e la fuorviante equiparazione degli allevamenti, anche di dimensioni più contenute, alle attività industriali. Questo non tiene conto del ruolo cruciale che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare.

Il compromesso, pur senza riconoscere appieno la posizione del Parlamento europeo che aveva votato a favore del mantenimento dello status quo, ha corretto molti degli eccessi presenti nella proposta iniziale della Commissione. Quest’ultima proponeva una piena inclusione del settore bovino e limiti rigidi per suini e avicoli. Questo risultato è stato ottenuto grazie al contributo decisivo del Governo nazionale e di numerosi europarlamentari italiani, che hanno privilegiato il principio di una sostenibilità concreta rispetto a quello ideologico.

La vittoria del buon senso è un riconoscimento per chi, come la zootecnia, ha lavorato attivamente per ridurre le emissioni. Secondo l’Ispra, le emissioni prodotte dagli allevamenti rappresentano circa il 5% delle emissioni di gas serra, con una diminuzione del 24% delle emissioni degli allevamenti italiani negli ultimi 30 anni, in contrasto con l’aumento del 16% a livello mondiale.

Sebbene la revisione rappresenti un blocco alla proposta di assimilare gli allevamenti alle fabbriche inquinanti, è stata persa un’opportunità importante. Coldiretti sottolinea la mancata inclusione del principio di reciprocità, che avrebbe imposto agli allevamenti dei Paesi terzi che esportano verso il mercato europeo di rispettare le stesse regole di tutela ambientale.