Calabria in fiamme: tra emergenze locali e ferite ecologiche profonde

Vigili del Fuoco, incendi in Calabria
Vigili del Fuoco, incendi in Calabria

Il fuoco che divora la Calabria: boschi, abitazioni e futuro a rischio

Una terra flagellata dal fuoco e dal vento: la Calabria vive una stagione drammatica per i suoi boschi e i suoi cittadini. Ieri, i Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Crotone hanno affrontato una giornata senza tregua, intervenendo in oltre venti emergenze scatenate dal forte vento che da giorni sferza la fascia ionica. La maggior parte degli interventi ha riguardato incendi di vegetazione di varie dimensioni, ma le raffiche hanno anche creato rischi per la sicurezza di strutture e infrastrutture, richiedendo interventi per mettere in sicurezza lampioni, finestre e tetti a rischio.

Tra le situazioni più critiche, spiccano due interventi che hanno richiesto uno sforzo operativo straordinario. A Isola di Capo Rizzuto, le fiamme hanno lambito alcune abitazioni, salvate solo grazie alla tempestività dei Vigili del Fuoco. A Cutro, sulla Statale 106 nei pressi di San Leonardo, un vasto incendio ha invaso la carreggiata minacciando il Villaggio Serenè: la chiusura temporanea della strada e l’impiego di quattro mezzi dei pompieri sono stati decisivi per contenere il fronte del fuoco, con il supporto della Polizia Stradale e dei volontari di Calabria Verde per la bonifica successiva.

Questi episodi locali si inseriscono in un quadro ancora più allarmante. La stagione degli incendi 2025 ha lasciato una ferita ecologica profonda nel Sud Italia. Secondo i dati Ispra ed Effis, tra gennaio e metà settembre circa 1.600 grandi incendi hanno distrutto quasi 890 km² di territorio italiano, di cui 115 km² di preziose aree boschive. Il Mezzogiorno, e in particolare Calabria, Sicilia, Puglia e Campania, ha sopportato l’85% della devastazione totale.

Per la Calabria, il bilancio è particolarmente drammatico: 143 km² di territorio bruciato, con la provincia di Cosenza che ha registrato la perdita forestale più ingente della regione, circa 13 km². La macchia mediterranea, i boschi di querce e le foreste di conifere, elementi vitali della biodiversità calabrese, sono stati duramente colpiti. La perdita non riguarda solo ettari di vegetazione, ma la capacità stessa degli ecosistemi di rigenerarsi, compromettendo habitat già vulnerabili e di elevato valore ecologico e paesaggistico.

A livello nazionale, il 39% delle superfici boschive distrutte si trovava all’interno di aree protette, molte delle quali parte della rete Natura 2000, a testimonianza della gravità del fenomeno. La stagione 2025 non è solo una conta di ettari inceneriti, ma un campanello d’allarme sulla fragilità del patrimonio naturale italiano, che rischia di subire danni irreversibili se non si interviene con misure efficaci di prevenzione e resilienza.

La Calabria, tra vento e fiamme, mostra oggi un volto di emergenza continua: dalle abitazioni messe in salvo dai Vigili del Fuoco agli ecosistemi compromessi, il territorio chiede attenzione, interventi mirati e un piano serio di tutela ambientale per fronteggiare un clima sempre più ostile.