Legambiente chiede un’indagine parlamentare per accertare la verità sui roghi in Calabria

incendi calabria
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Legambiente: “Si faccia chiarezza sull’operato della Giunta regionale e di Calabria Verde. Ai candidati alla presidenza della Regione chiediamo risposte e impegni precisi contro il cambiamento climatico, la tutela della montagna, delle foreste e degli ecosistemi”

In queste ore drammatiche per la Calabria assediata dagli incendi boschivi che hanno già causato la perdita di quattro vite umane, di uliveti vigneti e aziende agricole, di animali domestici e specie faunistiche, e mandato in fumo ettari di boschi ed ecosistemi forestali di pregio, assistiamo a surreali dichiarazioni di esponenti politici dei diversi schieramenti che sul tema degli incendi boschivi sembrano avere una soluzione per tutto. Dall’origine dei roghi, che ovviamente dipende dal caldo afoso, ai rimedi da mettere in atto che come al solito dipendono dalle mancate risposte che Roma non ha dato, e soprattutto sulle responsabilità che, come capita per ogni emergenza, sono sempre di qualcun altro. 

Per i politici e amministratori regionali e locali la risposta da mettere in campo viene dal cielo: più Canadair e più elicotteri, oltre che più pioggia. Mentre le responsabilità del disastro odierno possono, a loro avviso, essere indifferentemente ripartite tra Calabria Verde, la Protezione Civile Regionale o il Dipartimento foreste della Regione, purché non siano loro sul banco degli imputati. 

Una fuga dalle responsabilità e la rincorsa al consenso facile, ci fa assistere a proposte mirabolanti e indignazioni via social che lasciano il tempo che trovano, come i richiami accorati alla parte di Governo amico (a seconda se parla la maggioranza o l’opposizione ci si rivolge ai propri ministri) a mezzo stampa e soprattutto durante i comizi pre-elettorali e le dichiarazioni riprese dalle tv e piene zeppe di promesse e di “faremo”. 

Non c’è stato un solo personaggio pubblico che ha fatto un minimo di autocritica o ammesso che forse, oltre al clima che cambia e minaccia la biodiversità (sempre per i comportamenti umani) forse sulla prevenzione si poteva fare di più e meglio, a partire dal far divenire finalmente Calabria Verde  l’Azienda Ente strumentale della Regione che si occupi realmente di forestazione e coordini le attività di Antincendio boschivo in Calabria. Una funzione che attualmente viene svolta in parte, nonostante le ingenti risorse pubbliche, tanto che l’azienda è commissariata da anni, ha tanti problemi economici ed è travolta da diverse inchieste giudiziarie. L’importanza del funzionamento del sistema regionale di antincendio boschivo cui Calabria verde è preposta è evidente a tutti , come dimostrano le cronache degli ultimi giorni e le ripercussioni enormi sul patrimonio boschivo, sulla fauna e sulla flora degli incendi che si sono sviluppati in Calabria che hanno portato anche alla perdita di vite umane. 

Basta leggere il Piano Antincendio boschivo 2021, redatto da Calabria Verde e approvato dalla Giunta regionale il 8 maggio 2021 per comprendere bene la missione delicata che sulla carta è assegnata a questo Ente che, secondo la legge regionale 25/2013, deve svolgere le funzioni di prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi e si coordina con i Consorzi di Bonifica, la Protezione Civile regionale, i Carabinieri Forestali, i Vigili del Fuoco e le Associazioni di volontariato svolgono attività nel settore dell’antincendio boschivo.

Il Piano AIB della Calabria

La Regione Calabria ha trasferito il patrimonio delle foreste, dei terreni, dei fabbricati e degli impianti presenti nel territorio regionale all’Azienda Calabria Verde il cui patrimonio si estende sull’intero territorio regionale per circa 70.000 ettari ed è rappresentato da foreste che necessitano di una accurata gestione che sia in grado di valorizzarle esaltandone la multifunzionalità e superando l’attuale gestione dei boschi quale fonte di biomassa e di pochi assortimenti mercantili.

Dal Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle foreste regionali (approvato con DGR n.105 il 19/03/2021) si apprende che la Regione Calabria per il suo patrimonio forestale spende annualmente circa 210 milioni di euro(somme comprendenti anche il Servizio AIB), mentre gli stanziamenti previsti nel Bilancio annuale della Regione Calabria per l’anno 2021 è di 156 milioni di euro (90 milioni di risorse statali, 10 milioni di fondi PAC e 56 milioni di risorse della Regione. Gli Operai idraulico forestali a disposizione di Calabria Verde sono 5.990 (di cui 4.067 dell’Azienda Calabria Verde, 1890 degli 11 Consorzi di bonifica e 33 del Parco regionale delle Serre).

Il patrimonio boschivo della Calabria

La superficie forestale della Calabria, secondo i dati dell’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (2005) è di 612˙931 ha. Si tratta di una delle regioni italiane che presenta un indice di boscosità tra i più elevati pari a 40.6% che la posiziona all’ottavo posto solo dopo Liguria, Trentino, Sardegna, Alto Adige, Toscana, Umbria e Friuli Venezia Giulia.  Nel territorio regionale calabrese le categorie forestali presenti sono 14: faggete (12.6%); pinete di pino nero, laricio e loricato (12.2%); castagneti (11.3%); querceti a rovere, roverella e farnia (7.6%); querceti a cerro e farnetto (7%); leccete (7.1%); altri boschi di caducifoglie (5.9%). Il 45% della superficie forestale è costituita da boschi puri di latifoglie, seguono i boschi misti di conifere e latifoglie (11.1%) e i boschi puri di conifere (10.3%).

Alcune criticità

Le aree di interfaccia, quelle aree di transizione tra l’ambito urbano e le aree boschive spesso definite da una fascia di contiguità (25-30 metri) tra le strutture antropiche e la vegetazione adiacente esposte al contatto con i sopravvenienti fronti di fuoco,  sono quelle a maggiore rischio di innesco di incendio e per questa ragione i comuni dovrebbero dotarsi di strumenti di pianificazione rispetto al rischio di incendio (come prevede il Manuale Operativo per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione civile) poiché spesso i fronti incendiari si sviluppano in prossimità delle fasce di interfaccia (mediamente il 10% degli incendi boschivi si sviluppano in queste aree).

La lotta attiva contro gli incendi boschivi 

La Regione ha previsto l’utilizzo di 4 elicotteri per i 120 giorni di massima pericolosità, e di un solo elicottero per il restante periodo dell’anno. Sono previste su tutto il territorio regionali 30 autobotti e 19 pick-up dotati di modulo antincendio. Occorre ribadire che dopo la riforma,  con l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei carabinieri, le funzioni già svolte dal CFS in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi sono state attribuite al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, mentre i Carabinieri forestali continuano ad occuparsi delle attività di prevenzione e repressione delle violazioni compiute in materia di incendi boschivi.

Calabria Verde per il Piano AIB 2021 dispone di 860 unità di operai idraulico forestali (di cui 282 per l’avvistamento, 230 sulle autobotti e 348 per il pronto intervento) dislocati in 136 postazioni, e una riduzione del personale di circa il 10% rispetto al 2020 che erano 949. Il numero limitato di personale è dovuto all’età media molto avanzata e alla inidoneità del personale che annualmente viene giudicata dal medico competente. Per questa ragione, nel Piano, risultano scoperte vaste aree del territorio regionale in cui il rischio di incendio è molto elevato. Una ulteriore criticità è legata alla carenza di mezzi AIB a disposizione, come la mancanza del numero necessario di autobotti o di mezzi di trasporto collettivo, preferibilmente dotati di modulo antincendio, per garantire gli interventi degli addetti nelle aree a rischio elevato.

Per quanto riguarda il supporto al rifornimento idrico dei mezzi aerei e terrestri, Calabria Verde pur disponendo di un numero importante di vasche antincendio mobili, dotate di attacchi per manichette antincendio in maniera da permettere il riempimento di autocisterne, di vasche mobili o l’attacco di motopompe spalleggiabili da cui derivare una linea d’acqua ad alta pressione. La mancanza di pompe a sufficienza rende poco utilizzabili questi strumenti.

Il catasto degli incendi

La Regione Calabria esercita funzioni di controllo sui comuni nella redazione del catasto delle aree boscate e dei pascoli percorsi dal fuoco (art. 10, comma 2, L. 353/2000). Il catasto viene realizzato sulla base dei dati elaborati dai carabinieri per la tutela forestale sui rilevamenti GPS delle aree percorse dal fuoco con sovrapposizioni di aerofotogrammetrie e con la specifica delimitazione del livello di danno subito dalle specie arboree. I comuni hanno l’obbligo di aggiornare annualmente la cartografia delle aree incendiate e, conseguentemente, gli strumenti urbanistici di competenza. I comuni hanno altresì l’obbligo di aggiornare con cadenza triennale e comunque all’occorrenza, le perimetrazioni relative al rischio incendi di interfaccia, nonché la relativa fascia di rispetto di cui alla lettera b) del comma 4 dell’articolo 1, della LR n. 51/2017, inserite nella pianificazione di emergenza comunale.

Le risorse finanziarie

Per l’attuazione del Piano AIB 2021 della Regione Calabria si prevedono le seguenti dotazioni finanziarie:

–              € 2.948.906,71 per prevenzione e lotta AIB (compreso stipula di Accordi con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, i Carabinieri Forestali, la Protezione Civile Regionale e le associazioni di volontariato);

–               € 307.944,49 per il servizio aereo regionale mediante l’impiego di elicotteri periodo gennaio – giugno; 

–              € 1.393.148,80 per il servizio aereo regionale mediante l’impiego di elicotteri periodo giugno- dicembre;

–              € 869.565,22 per dotazioni di sicurezza e da lavoro, dispositivi di protezione individuale per operatori AIB (lotta attiva).Costi che a consuntivo saranno abbondantemente aumentati,  per il continuo ricorso ai mezzi aerei in misura non previste dal contratto stipulato che faranno sicuramente sforare il budget di 5,5 milioni di euro preventivati 

Le sanzioni

Con l’entrata in vigore della Legge 353/2000, l’incendio boschivo, che prima costituiva una aggravante dell’incendio generico, viene considerato come reato autonomo e viene punito con pene più severe rispetto al passato. 

L’art. 11 “Modifiche al Codice Penale”, in particolare, prevede che chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni” (art. 423-bis CP). “Se l’incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni”.

La legge 353/2000 prevede divieti che automaticamente entrano in vigore sui terreni percorsi dal fuoco, oltre alle prescrizioni da osservare nelle aree e nei periodi a rischio di incendio, stabilendo una serie di sanzioni per i trasgressori. Tra queste l’art. 10 della L. 353/2000 prevede che le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’Ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia.

Una indagine sui roghi in Calabria

Legambiente Calabria chiede  di sapere come vengono spese le ingenti risorse pubbliche (210 milioni di euro complessivi) impiegate per tutto il settore della forestazione ci cui una fetta consistente (156 milioni di euro) finanzia le attività di Calabria Verde comprese quelle dedicate alle attività di Antincendio boschivo (5,5 milioni di euro), per questa ragione proponiamo una indagine Parlamentare che faccia comprendere le modalità di utilizzo delle risorse pubbliche, i risultati ottenuti (in nessuna parte dei Piani e dei programmi regionali esistono tabelle che definiscono obiettivi chiari e target da raggiungere) e come i 70mila ettari di foreste regionali generano servizi ecosistemici e nuove opportunità di sviluppo per i territori.  E’ opportuno conoscere l’utilizzo fatto delle risorse pubbliche, di cui oltre la metà sono risorse nazionali o comunitarie, proprio perché si apre una fase importante con ulteriori e ingenti finanziamenti che arriveranno in Calabria attraverso il Piano di ripresa e resilienza e la Programmazione comunitaria per il periodo 2021/2027. Ma l’indagine deve servire a verificare se il sistema e l’organizzazione per l’AIB prevista dalla legge 353/2000 in Calabria è efficace e se tutte le componenti del sistema sono coinvolte e rispettano il proprio mandato a partire dai comuni con la redazione del catasto delle aree percorse dal fuoco e il rispetto dei vincoli previsti dalla legge. Le foreste, nel prossimo decennio, svolgeranno una funzione decisiva contro il climate change ed avere ecosistemi forestali sani e resilienti deve essere un obiettivo a cui anche la Calabria deve contribuire per tutelare la biodiversità e migliorare il nostro benessere.

Legambiente Calabria chiede a tutti i candidati alla presidenza della Regione Calabria risposte ed impegni precisi contro il cambiamento climatico e per la tutela della biodiversità, della montagna e degli ecosistemi

A partire dal concetto chiave dell’effettiva efficacia, efficienza e trasparenza della Pubblica Amministrazione che deve essere sempre scevra nelle sue azioni da meccanismi clientelari ed essere improntata alla tutela del bene comune ed al benessere della collettività. In Calabria serve una decisa inversione di rotta.