Lupo ucciso, Legambiente: “Necessario identificare i responsabili”

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Il progetto Wolfnet a disposizione di cittadini e allevatori per mitigare i problemi e attuare soluzioni consone e civili

“La notizia del ritrovamento di un lupo impiccato al cartello d’ingresso del comune di Marcellinara, alle porte di Catanzaro, ci lascia sgomenti per la barbarie con cui sempre più spesso ci si accanisce contro la fauna selvatica ed il lupo in particolare. Si tratta di un gesto orribile, che stride clamorosamente con gli sforzi compiuti in questi giorni proprio per permettere il recupero e la cura in natura di un lupo nel Parco nazionale della Sila. Tutto questo non fermerà gli sforzi che stiamo mettendo in campo con il progetto Wolfnet, anzi, ci spingerà a insistere con maggior impegno per promuovere un cambiamento culturale necessario per la tutela della fauna nell’areale appenninico”.

Questa la dichiarazione del responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente, Antonio Nicoletti sulla triste vicenda del lupo impiccato in provincia di Catanzaro, avvenuta a pochi giorni dalla consegna dei cani pastore abruzzesi per la difesa delle greggi ad alcune aziende del luogo.

Ogni anno nel nostro Paese vengono rinvenuti uccisi tra i 200 e i 300 esemplari di questa specie (il 10-20% della popolazione totale) per diverse cause (bracconaggio, avvelenamento, incidenti, etc…) tra cui anche gesti clamorosi e violenti come quello di questa mattina a Marcellinara.

Un gesto tanto plateale quanto vigliacco che però non ha lasciato indifferenti quei cittadini che si sono fermati per prestare soccorso al lupo: un fatto positivo che indica l’evolversi di una consapevolezza nuova, un cambio culturale atteso ma per nulla scontato.

“Continueremo a collaborare con gli allevatori e le associazioni di categoria per risolvere i problemi che la convivenza con il lupo crea alle imprese – ha concluso Nicoletti -, percorreremo la strada della condivisione e della ricerca di soluzioni efficaci per ridurre i danni da predazione alle imprese zootecniche, come abbiamo già fatto donando un primo contingente di cani da guardiania a dieci imprese che operano in Sila. Ma con la stessa determinazione chiediamo alle autorità preposte di perseguire i responsabili di questo gesto vile utilizzando metodiche investigative innovative che in altri casi analoghi hanno permesso di individuare i colpevoli. Per questo, abbiamo già comunicato alle autorità la nostra disponibilità a collaborare attivando le conoscenze e le esperienze maturate degli ultimi 10 anni dalla Rete Wolfnet che opera per la tutela del lupo in Italia”.