Ponte sullo Stretto: geologi lanciano l’allarme sismico

Domenico Angelone (ph altomolise.net)
Domenico Angelone (ph altomolise.net)

Ponte sullo Stretto, i geologi avvertono: “Il rischio sismico è più alto di quanto raccontano le carte”

CAMPOBASSO, 27 AGO 2025 – l via libera al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, approvato lo scorso 6 agosto dal CIPESS alla presenza della premier Giorgia Meloni, è ormai una notizia nazionale. L’opera, dal valore di 13,5 miliardi di euro, sarà interamente finanziata con fondi pubblici e darà vita al ponte a campata unica più lungo del mondo: 3.300 metri sospesi tra Calabria e Sicilia, sostenuti da due torri di 399 metri.

Come Calabria Magnifica, abbiamo ritenuto importante riprendere un approfondimento pubblicato su Build News a firma di Alessandro Giraudi, che ha raccolto le riflessioni e i timori della comunità geologica rispetto alla sicurezza dell’opera.

Angelone (Geologi Molise): “Rischio sismico più alto delle previsioni di progetto”

In particolare, l’articolo dà voce a Domenico Angelone, Presidente dell’Ordine dei Geologi del Molise ed ex Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi, che non usa mezzi termini: “Lo Stretto di Messina rappresenta una delle aree a più elevato potenziale sismogenetico del Mediterraneo. I dati reali e la storia geologica dimostrano che le accelerazioni al suolo potrebbero superare di molto le previsioni di progetto”.

Angelone ricorda come il devastante terremoto e maremoto del 1908, con magnitudo stimata 7.1, non rappresenti necessariamente il limite massimo possibile. La complessità tettonica dell’area, spiega, rende plausibili eventi di energia ancora maggiore.

Dati e scenari che non si possono ignorare

Nel suo ragionamento, il geologo richiama anche le registrazioni accelerometriche di eventi recenti in Italia centrale, come il terremoto di Amatrice del 2016, quando furono registrati picchi di accelerazione prossimi o superiori a 1 g, valori già di per sé estremamente elevati. In certi casi si è arrivati fino a 1,5 g, mentre scenari internazionali analoghi mostrano addirittura accelerazioni vicine a 2 g.

Secondo Angelone, la normativa vigente, basata su valori mediati e probabilistici, non sempre riflette le reali condizioni epicentrali. Senza contare la componente verticale del sisma, spesso trascurata, ma potenzialmente devastante in un’area come quella dello Stretto.

La conoscenza geologica come unica difesa

Come riportato da Build News, Angelone sottolinea che la vera difesa è la conoscenza geologica completa: censimento delle faglie attive e capaci, modellazione del sottosuolo, analisi dei fattori locali che amplificano il moto sismico. Solo così si può parlare di prevenzione.

“Il Ponte sullo Stretto – conclude – deve essere progettato non solo sui parametri normativi, ma sulle evidenze scientifiche e sui dati reali. Diversamente, ogni valutazione rischia di essere illusoria e fuorviante”.

Un monito forte, che Calabria Magnifica rilancia perché riguarda da vicino il futuro e la sicurezza del nostro territorio.