Svelato il mistero de ‘L’ultima cena’ di Saracena

Dipinto "Ultima cena" in convento cappuccini a Saracena (Fonte Ansa)

È da un po’ di giorni che incuriosisce il caso del ritrovamento di un’opera pittorica nel convento dei Cappuccini di Saracena (CS), definitivamente abbandonato nel 1915. La struttura ha acquisito grande importanza nei secoli XVII e XVIII, diventando sede del noviziato e luogo di studi.

La scoperta è stata fatta dalle associazioni Mistery Hunters e Mistyca Calabria.

L’edificio risaliente al 1588 è ormai un rudere raggiungibile solo a piedi, ma nel refettorio ha un affresco che richiama l’ultima cena di Leonardo da Vinci. Nell’anno della commemorazione del genio rinascimentale, sembra quasi un regalo la scoperta di questa opera di cui finalmente pare si attribuisca la paternità. Lo storico Vincenzo Napolillo ha infatti indicato il pittore pugliese Giacomo Bissanti (1822-1879) poichè lavorò anche in altri edifici, in quella epoca.

Napolillo descrive l’opera come una un risultato artistico di rilievo anche se le intemperie hanno tentato di rovinarla. Probabilmente il pittore meridionale colle omaggiare  Leonardo da Vinci forse dovuto alle origini di Bissanti.

Ovviamente adesso è importante cercare di salvaguardare il dipinto con un’opera di restauro, così come si è augurato il sindaco. Attualmente, il tetto è rinnovato, ma servono altri interventi al fine di proteggere l’opera.

La proprietà del convento è ancora dei Frati, anche se le Amministrazioni di Saracena stanno avviando le trattative affinché quest’ultimo entri proprietario del bene, anche al fine di trovare i fondi per interventi di ripristino della sede stradale. Il sindaco Russo afferma: “le ristrettezze economiche sono tante e bisognerebbe intercettare dei fondi sovracomunali perché per quel convento servirebbero centinaia di migliaia di euro”. Intanto, il primo cittadino è orgoglioso che il caso sia diventato di interesse nazionale. “Sicuramente è una bella opportunità per la nostra comunità, che così, attraverso tale riscoperta, viene conosciuta in tutta Italia”.

Annamaria Gnisci