Mattia Preti, l’arte di un cavaliere che conquistò Malta

Mattia Preti. San Paolo Eremita

Per apprezzare le opere di Mattia Preti non si può prescindere dal fatto che, nonostante fosse nato dopo la morte di Caravaggio, lui sia stato un tenace seguace dell’illustre artista fino alla fine dei suoi giorni.

Infatti, le sue prime opere sono molto ‘caravaggesche’, giusto per usare un termine aderente alla realtà. Però, durante la sua permanenza lontano dalla Calabria, questa caratteristica si personalizzò, conformando e plasmando questo aspetto in ciò che oggi l’arte di Mattia Preti rappresenta.

In sintesi, potremmo dire che la peculiarità caratterizzante il linguaggio artistico di Mattia Preti è l’elemento spettacolare. Affinato anche grazie alla frequentazione e all’influenza di altri artisti, prima a Roma e poi a Napoli.

Il talento universale

Nato nel 1613 in una famiglia ‘honorata’ di Taverna, paese ai piedi della Sila catanzarese, viaggiò molto sebbene la sua produzione artistica sia fortemente legata a Malta che lo adottò e dove si trovano tantissime opere da lui create.

Può essere considerato, senza ombra di dubbio, uno dei maggiori esponenti dell’arte barocca, ultimo interprete del caravaggismo romano. Nota è la sua importanza nel fondare la scuola pittorica napoletana, ma è a Malta che il suo genio artistico produce opere di straordinaria bellezza.

L’apice creativo a Malta

Vi andò per la prima volta per eseguire la pala dell’altare maggiore delle Chiesa delle Anime Purganti. Ritorna, dopo due anni, ricevuto come Cavaliere dell’alta carica dell’Ordine Gerosolimitano, nominato da Papa Urbano VIII.

Si trasferì sull’isola chiamato dal Gran Maestro dell’Ordine di Malta Raphael Cotoner che rimase affascinato dall’opera di San Giorgio e il drago. L’opera fu commissionata proprio dal Gran Maestro e realizzata a Napoli, ed è a Malta che realizzò l’inestimabile decorazione della Concattedrale a La Valletta e la creazione di immani opere d’arte in altre chiese maltesi.

Nella Concattedrale di San Giovanni, Preti ha lasciato la testimonianza più spettacolare del suo talento artistico ornando la volta della navata centrale con La Vita di San Giovanni Battista, un’opera, sia pittorica che scultorea, che appare ricca ed elaborata e che si pone in contrasto con l’essenzialità architettonica della Chiesa che risale al 1573.

A Malta, avrebbe realizzato 400 opere tra tele e affreschi e sempre a Malta concluse il suo percorso artistico che durò 40 anni. Un punto in comune con Caravaggio del quale conservò la venerazione per tutta la sua produzione pittorica. Infatti, anche Caravaggio andò a Malta diventando anche lui cavaliere.

Sempre nella Concattedrale de La Valletta, sono presenti altre opere importanti tra cui: la conversione di San Paolo, la Crocefissione, San Giacomo apostolo, lo sposalizio di santa Caterina.

Attratto anche dall’estro del Tintoretto e del Veronese, riuscirà a farli confluire nello stile di Caravaggio mettendo insieme la realtà con la teatralità. Il risultato è la realizzazione di composizioni complesse e articolate con diverse figure che si muovono su un palcoscenico su cui è messa in scena la vita di Cristo. (Paola Stranges)

Da Malta non si mosse mai, tranne che per i funerali del fratello, in Calabria. Spesso inviò alle Chiese di Taverna delle opere da lui realizzate, come omaggio al suo paese natio.

Morì a Malta nel 1699. Il suo corpo è tumulato nella Chiesa di San Giovanni la cui lapide riporta lo stemma di Taverna e gli emblemi di Malta.

L’ultima volontà di Mattia Preti

Una curiosità riguardo la sua sepoltura. Il suo desiderio fu quello di essere inumato tenendo nella mano destra il suo ultimo pennello utilizzato. L’intenzione era quella di continuare a dipingere anche dall’aldilà e a creare opere straordinarie per l’eternità.

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