Polo museale della Calabria: mostra “VIDE Viaggio Dell’Emozione”

Antonella Cucciniello - Direttore Polo museale della
Antonella Cucciniello - Direttore Polo museale della Calabria

La mostra “VIDE Viaggio Dell’Emozione” coinvolge tutte le sedi ricadenti nel Polo museale della Calabria, guidato dalla dottoressa Antonella Cucciniello. E avrà prosecuzione fino al 29 febbraio del 2020.
L’esposizione consta in sedici reperti evocativi aventi per tema il viaggio.

Lamezia Terme (CZ)

Al Museo Archelogico Lametino esposto il reperto “Hydrìa di Cerzeto”, con datazione: 380-370 a.C.
La descrizione relativa al tema del viaggio: il viaggio nel mondo femminile tra realtà e mito. L’Hydrìa è nota per il suo ricco apparato figurativo che rimanda con forza al tema del mondo femminile greco.

Le immagini principali rappresentano scene di toilette e alludono alla sfera nuziale e alla preparazione per il primo incontro d’amore.

Dopo un bagno rituale all’aperto presso una rocciosa fonte sacra, la protagonista, avvolta in un sottile abito trasparente e adorna di gioielli, si rimira allo specchio per verificare la conquista di quel potere di seduzione che le permetterà di abbandonare lo status di adolescente per diventare finalmente sposa (in greco nymphe) e poi madre.

Suggestiva è l’ipotesi di identificarla con la ninfa Terina, dea locale da cui i crotoniati trassero il nome della loro colonia, spostando il nostro viaggio dal
mondo reale a quello dell’immaginario mitico.

Cosenza

Nella Galleria Nazionale di Cosenza esposta lopera “Riposo durante la fuga in Egitto, Francesco De Rosa detto Pacecco”. Con datazione 1645 ca.

Descrizione relativa al tema del viaggio: il viaggio come salvezza.

Il tema del viaggio, generalmente inteso come piacere di scoprire luoghi nuovi, è declinato, nel dipinto Riposo nella fuga in Egitto di Pacecco De Rosa, come “itinerario” indicato da Dio per la salvezza del suo Figlio unigenito. È così che la Sacra Famiglia, in fuga verso la terra straniera d’Egitto, scampa all’atroce strage di innocenti ordinata da Erode e trova un momento di pace.

Il dipinto manifesta grande intensità di accenti e, per intelligenza emotiva, figura a pieno titolo nell’ambito del “naturalismo affettivo” messo a fuoco dalla critica per questa fase della pittura napoletana.

Vibo Valentia

Nel Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” presente il reperto “Laminetta orfica di Hipponion”. Con datazione IV sec. a.C.

Descrizione relativa al tema del viaggio: il viaggio nell’oltretomba.

Piccole lamine d’oro databili fra IV e III sec. a. C. venivano create per essere seppellite insieme al defunto e per accompagnare la sua anima nel viaggio verso l’oltretomba.

Legate al culto orfico, tali laminette possono essere considerate delle vere e proprie istruzioni di guida sul percorso da seguire nel viaggio finale.

Tra queste, quella di Hipponion è la più completa. Ritrovata sul petto di una donna, ripiegata quattro volte su se stessa, presenta un’iscrizione greca incisa su sedici righe.

Grazie alle indicazioni descritte, l’anima, aiutata dalla dea memoria Mnemosyne non si sarebbe accostata alla prima fonte che avrebbe trovato lungo il cammino, la fonte dell’oblio, ma avrebbe proseguito fino alla fonte della memoria, da lì avrebbe pronunciato le sacre parole alle porte degli Inferi che l’avrebbero condotta finalmente nell’aldilà.

Crotone

Al Museo e Parco Archeologico Nazionale di Crotone esposta l’opera “Museruola in bronzo”. Con datazione seconda metà del IV secolo a.C.

Descrizione relativa al tema del viaggio: la figura del cavallo come compagno di viaggio.

Si tratta di una museruola per cavallo che doveva fungere da offerta votiva all’interno del santuario collocato nell’attuale località Vigna Nuova.

Tale santuario rappresenta uno dei principali luoghi di culto di epoca greca individuati in corrispondenza dell’antica area urbana.

La scelta di un tema legato al cavallo vuole mettere in collegamento due musei che convivono nello stesso Comune, Crotone.

Mezzo di trasporto sin dall’antichità più remota ma anche segno di prestigio sociale, il cavallo verrà raccontato in maniera da porre in risalto le sue varie funzioni nel corso della storia, con particolare riguardo alle peculiarità che lo mettono in relazione con le culture greca e italica pre-romana in genere.

Locri (RC)

Al Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri – Museo del Territororio di Palazzo Teotino Nieddu del Rio – esposto il reperto “Modellini di ninfei e reperti dal Santuario di Grotta Caruso”. Con datazione VI sec. a.C.

Descrizione relativa al tema del viaggio: il viaggio nel territorio ionico. Tra elementi naturali e rituali.

Gli antichi vedevano le risorse naturali come elementi vitali per la sopravvivenza della comunità e l’acqua, elemento rigenerante presente nei miti di fondazione della terra.

Occupa un posto importante anche in occasione di cerimonie sacre in luoghi di culto dedicati a diverse divinità.

A Locri, la scoperta di Grotta Caruso che presentava alle pareti una serie di nicchie e un bacino lustrale raggiungibile attraverso sette gradini, ne è una chiara testimonianza.

Vi erano venerate le Ninfe, legate tradizionalmente ai luoghi d’acqua, che sovrintendono ai riti prenuziali con il passaggio dalla condizione di fanciulla vergine a quella di sposa.

Frequentato dagli inizi del IV sec. a.C. fino alla metà del II secolo a.C., il suggestivo luogo di culto ha restituito un ricco deposito votivo di terrecotte. Modellini di grotte-ninfeo in terracotta, figurine femminili nude sedute, piccoli rilievi (erme) con le teste delle Ninfe.