Tegola Aiello su M5S: un cugino mafioso non è reato

Francesco Aiello
Francesco Aiello ai microfoni di CalabriaMagnifica.it

Ha creato imbarazzo nel Movimento 5 Stelle calabrese l’intervista rilasciata dal candidato Francesco Aiello al Fatto Quotidiano.

Il candidato alle elezioni regionali ha cercato di eludere a delle domande fatte dal giornalista in merito alla parentela con Luigi Aiello, boss mafioso ucciso a Soveria Mannelli nella faida del Reventino il 21 dicembre 2014.

Infatti, il boss era cugino di primo grado con il candidato Francesco Aiello che è aveva dato al cugino il compito della ristrutturazione della villa di Carlopoli finita nella bufera per abuso edilizio effettuato, a quanto pare, dal padre del professore universitario.

Il giornalista Lucio Musolino chiede se questa parentela spuntata fuori proprio nel momento più delicato, a un passo dalle elezioni regionali del 26 gennaio prossimo, possa creare qualche problema. Aiello, nonostante la reticenza nel rispondere direttamente alle domande, risponde: “Un morto non può essere un problema per nessuno. Né per me, né per lei. Stiamo riesumando un cadavere mentre la Calabria sta morendo.” E aggiunge: ” “Non potevo e non posso parlare di una persona morta. Mi sarei posto il problema se fosse stato vivo.”, sottolineando: ” Vorrei dire che ci sono due aziende sanitarie sciolte per infiltrazione mafiosa. Si tratta di due miliardi di bilancio e noi parliamo dei morti… “

Nicola Morra risponde a Emanuele Buzzi de “Il Corriere”

Nicola Morra, senatore, presidente della commissione Antimafia, è contro il candidato governatore del Movimento: “Una parentela non è un reato ma è questione di opportunità. In passato, anche in assenza di reati abbiamo preso le distanze da nostri candidati”

“C’è da chiarire che penalmente parlando una parentela non ha e non può avere rilevanza alcuna. Penalmente però. In Calabria, terra di ‘ndrangheta, c’è da ragionare “alla Gratteri”, o, se preferisce, “alla Di Matteo”.

“Il danno (d’immagine n.d.r.) c’è se facciamo finta di nulla e mettiamo la polvere sotto il tappeto. Confido comunque nel fatto che prevarrà la coerenza”

C’è da aggiungere che Nicola Morra ha preferito non avallare la candidatura di Francesco Aiello quando questo era stato proposto tra i nomi in lizza, uscendo di fatto dal tour delle elezioni regionali.

Paolo Parentela replica in una nota: “Grave accostare Aiello alla mafia e tacere sulle nostre denunce

Il parlamentare del M5S, Paolo Parentela, risponde al Fatto Quotidiano: “Francesco Aiello non c’entra nulla con suo cugino, non l’ha frequentato, non l’ha aiutato, non l’ha protetto e non l’ha seguito. Ricordo che secondo la Costituzione la responsabilità penale è personale, e questo dovrebbero tenerlo a mente tutti, a partire dai rappresentanti istituzionali”. “L’informazione nazionale ha il dovere di rendere chiare le diverse posizioni a riguardo”.

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