I Cappuccini del Monte patrimonio della Città

Chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia
Chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Antonio Orlando Presidente Regionale Capit

La paventata chiusura del Convento dei Cappuccini annesso alla Chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia di Catanzaro, dove i frati sono presenti da diverse centinaia di anni, in questi giorni è uno dei temi più discussi in Città.

Le voci che già circolavano da una decina di giorni hanno trovato spazio sulla carta stampata. Nessuna conferma o smentita dai  frati che si sono trincerati in un silenzio “assordante”.

A Catanzaro si usa dire “canna senza ventu ’on si motica”. Se le voci corrono e i cappuccini non si sbilanciano c’è il rischio che qualche  fulmine a ciel sereno vada a colpire un importante centro di attività pastorali, culturali e sociali.

La recente Novena di Sant’Antonio ne è la prova tangibile. Tante le presenze di fedeli, tante le iniziative, tante le associazioni che hanno dato il loro contributo, quintali di pane distribuiti per tredici giorni  e destinati, oltre che ai presenti, ai loro familiari ed agli ammalati.

La Capit, come ha fatto due anni orsono, è vicina alle associazioni cittadine e ai gruppi di preghiera che intendono esprimere la loro perplessità al riguardo considerando l’opera dei frati di sostegno e assistenza per i tanti bisognosi che continuamente bussano al Convento ricevendo risposte ai propri bisogni.

Due anni fa, tra le associazioni che si sono schierate a favore della presenza dei frati in Città c’erano, oltre alla Capit, il Gruppo di preghiera di san Pio, il Gruppo di preghiera dei servi della sofferenza, il Cenacolo dei dieci, l’Accademia dei Bronzi, le associazioni Petrusinu ogni Minestra, Catacium,  l’Associazione di Filatelia e Collezionismo vario, Catanzaro nel Cuore e la Pro Loco.

Speriamo che anche i nostri amministratori politici facciano sentire la loro voce e s’impegnino al pari delle Associazioni culturali per il superamento delle difficoltà evidenziate contro lo “spoliamento” e l’abbruttimento della Città capoluogo.

Vogliamo ricordare che, in caso di chiusura del convento, i frati verrebbero spostati in altre realtà religiose minore come Rombiolo e Cropani, con non pochi danni al patrimonio delle opere d’arte che si trovano al Monte.

Per i motivi sopra esposti la Capit (Confederazione di Azione Popolare Italiana) invita la cittadinanza a mobilitarsi affinché i frati restino al Monte per continuare ad offrire la loro testimonianza di fede e, nel contempo, a prestare l’indispensabile opera di carità a favore dei Catanzaresi e dell’intero Comprensorio