L’Amerigo Vespucci torna a solcare il mare calabrese

L'Amerigo Vespucci (fonte: Ministero della Marina)

Nel 1962 tra la portaerei statunitense USS Independence e l’Amerigo Vespucci avvenne questo scambio di frasi quando si incrociarono nel Mediterraneo:

“Chi siete?”

“Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana”

“Siete la più bella nave del mondo”

Questo “dialogo” tra le due navi entrò nella storia e ancora oggi viene ricordato quel leggendario incontro ogni qual volta si parli della Amerigo Vespucci.

La storica imbarcazione della Marina Militare, il bellissimo veliero Amerigo Vespucci, oggi 12 agosto 2020 alle ore 13:00 solcherà le stupende acque di Tropea. Lo annuncia un comunicato del Comune di Tropea, ma non sarà l’unica tappa nel tirreno calabrese.

Infatti, dopo Tropea, alle ore 13, sarà la volta di Briatico alle ore 14.30. Seguirà Vibo Valentia alle 15.30, Pizzo alle 16, per poi arrivare a Gizzeria e Falerna alle 18.30 e alle 19.30. A Falerna ci sarà l’ammaina bandiera alla quale si potrà assistere dalle imbarcazioni private.

La storia dell’Amerigo Vespucci

L’Amerigo Vespucci è l’imbarcazione più anziana in servizio nella Marina Militare, ma qual è la storia di questo gioiello italiano che il mondo intero ci invidia?

L’attuale Amerigo Vespucci non è stata la prima nave della Marina Militare a portare il nome dell’esploratore italiano. Infatti, la prima imbarcazione fu un incrociatore a motore e a vela, con scafo in acciaio, a tre alberi e bombresso (armo a brigantino a palo), progettato dall’Ispettore Generale Carlo Vigna, e varato nel 1882.

La sua data di servizio è del 1885, come nave di prima linea, venendo nel 1893 adattato come nave scuola, successivamente. Rimase tale fino al giorno della sua radiazione, nel 1928.

A metà degli anni venti, la Marina Militare rinnovò le unità per l’addestramento degli allievi dell’accademia. Alcune unità in servizio erano prossime alla radiazione, ma anche se lo sviluppo era logicamente orientato verso una tecnologia sempre più avanzata, la Marina ritenne che la migliore conoscenza con l’ambiente marino fosse stando a bordo di una nave a vela.

Le due navi gemelle

L’allora ministro della Marina, Ammiraglio Giuseppe Sirianni, decise di far costruire due unità. Era il 1925 e il progetto fu affidato al tenente colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi. Rotundi si ispirò alle forme di un vascello di fine Settecento/inizio Ottocento, grazie anche ai progetti del “Monarca” dell’ingegnere navale Sabatelli. Il Monarca era l’ammiraglia del Regno delle Due Sicilie, che venne ribattezzata Re Galantuomo quando venne requisito dalla Marina Sarda.

La prima imbarcazione, il Cristoforo Colombo, entrò in servizio nel 1928 e fu nave scuola fino al 1943. Nel 1949 venne ceduta all’Unione Sovietica come risarcimento per danni di guerra e prese il nome di Dunay (Danubio). La Russia la utilizzò come nave scuola militare. Nel 1961 doveva essere sottoposto a manutenzione, ma a causa di un devastante incendio, le autorità sovietiche preferirono radiarlo nel 1963.

L’Amerigo Vespucci venne impostata il 12 maggio 1930, varata il 22 febbraio 1931 ed entrò in servizio a luglio dello stesso anno. Il 4 luglio 1931 partì per la sua prima “lezione” in Nord Europa. Al suo rientro, il 15 ottobre, ricevette a Genova da parte del gruppo locale UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) la Bandiera di Combattimento.

Tutte le navi militari hanno un motto. L’Amerigo Vespucci finora lo ha cambiato tre volte: “Per la Patria e per il Re” (1931-1946), “Saldi nella furia dei venti e degli eventi” (1946-1978) e infine il più noto “Non chi comincia ma quel che persevera“.