Piero Pelù sceglie Badolato, “il borgo degli angeli”

Anche Piero Pelù ha scelto la Calabria per trascorrere le vacanze estive e precisamente a Badolato, un borgo medioevale in provincia di Catanzaro e poco distante da Soverato. Qui il cantante ha comprato casa, anni fa, ma non è il solo a essere affascinato dalla nostra terra.

L’ex frontman dei Litfiba, rockstar ormai consolidata nel panorama musicale italiano, ha salutato i suoi fan dalla sua pagina di Facebook pubblicando una sua foto dal borgo degli angeli, commentando così il ferragosto appena trascorso: “Quello dell’anno strano e storto, quello che si festeggia con accortezza e intelligenza. Pensando al futuro”.

Tra l’altro, è stato lo stesso Pelù a promuovere e a sostenere Badolato come luogo FAI attraverso un video, pubblicato su Facebook, che attesta l’affetto e il legame ormai consolidato nel tempo.

Sempre più Vips stanno scegliendo la Calabria per trascorrere vacanze lontane dal clamore di paparazzi, ritenendola evidentemente meta più riservata, apprezzando il territorio, le sue tradizioni storiche e culinarie.

Piero Pelù è molto legato a Badolato dove evidentemente ha trovato un ambiente ideale per trascorrere momenti di relax. In una intervista ha dichiarato di avere conosciuto sua moglie proprio qui. “È stato un trait d’union fortissimo fin dal primo giorno in cui ci presentarono a Badolato, in Calabria, dove vado in vacanza da anni. A partire dalla musica, ci siamo attratti e raccontati. E poi è successo quello che doveva succedere. Io le ho fatto conoscere tutto il repertorio dei Beatles e dei Pink Floyd, lei mi sta facendo scoprire l’opera, a partire da Puccini del quale lei è grandissima interprete”. Gianna Fratta è infatti direttrice di opere liriche e pianista di fama internazionale.

Badolato da “paese in vendita” a borgo adottato dagli stranieri per il buen ritiro

Badolato è diventato meta di ritiro e di vacanze per persone provenienti dal nord Europa e dall’America che trascorrono interi periodi dell’anno in case ristrutturate e tenute benissimo. Le abitazioni sono meta di accoglienza dove si intrecciano culture e dialetti diversi e si mescolano a quelli locali.

Le iniziative per attirare l’attenzione sul paese ionico sono diverse, non ultima un bizzarro raduno di persone dal cognome Badolato.

La storia del borgo parte da lontano, ma è il suo presente che merita di essere raccontato.
Negli anni ’70 diventa famoso per un articolo che lo dipingeva come “paese in vendita”. Badolato divenne famoso negli anni ’90 anche per la politica di accoglienza e di recupero degli edifici del borgo di cui oggi si vedono i risultati.

Il tema dell’accoglienza è sempre al centro di questa area calabrese. Il grande regista tedesco Wim Wenders decise di realizzare in questi luoghi parte del suo mediometraggio in 3D “Il volo“. Il film è basato su una storia di integrazione tra genti di origine diversa e a Badolato ha trovato la sua concretezza.

Badolato è un caratteristico borgo medievale costituito da un impianto bizantino e da diverse chiese disposte a forma di croce latina e da molti vicoli particolari. Si erge in una posizione strategica del territorio calabrese, sul mar Jonio, offrendo al turista la possibilità di spaziare in tutte le dimensioni dell’aspetto naturalistico e storico. Badolato ha praticamente tutto: mare, collina, montagna, lago e tradizioni.

Assolutamente consigliata è l’esperienza gastronomica nei caratteristici catoj. Essi sono antiche cantine ristrutturate dove si possono gustare i tipici piatti locali a base di prodotti di stagione a chilometro zero.

Ha anche un piccolo porto turistico, le Bocche di Gallipari, che consente agli appassionati di barca e di pesca di muoversi lungo la costa ionica.

Le sue origini

Le origini del borgo risalgono al 1080, in quell’anno il Primo Duca di Calabria Roberto il Guiscardo la fondò.

All’inizio, il paese ebbe una funzione puramente difensiva, come testimoniano le antiche porte d’accesso, facenti parte della ormai distrutta cinta muraria, o i pochi resti della Torre Campanaria, adibita a luogo di avvistamento. La Torre delle Ore chiamata così per via del campanile che scandiva lo scorrere del tempo, divide in due il paese: la parte sinistra è chiamata dai suoi abitanti “U Mancusu”, mentre la parte destra “U Destru”. Il nome del comune, probabilmente deriva da Filippo di Badolato, un valoroso condottiero che discese dagli Angioini.

Nel 1640 e nel 1659 due terremoti danneggiarono il borgo. Esso venne quasi completamente distrutto da quello del 1783, tristemente noto per aver distrutto numerosi paesi della costa jonica calabrese. Purtroppo il terremoto del 1947 e l’alluvione del 1951 costrinsero le istituzioni a costruire le prime abitazioni nella frazione di Badolato Marina.

Ma il vecchio borgo non ha nessuna voglia di essere ricordato per quello che è stato, con il rischio di essere dimenticato. Può continuare a scrivere il suo presente con orgoglio tipico calabrese.

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