Il consiglio comunale spinge per l’introduzione dello Ius Scholae, un passo verso l’inclusione e l’uguaglianza per i minori stranieri
Il Consiglio comunale di Reggio Calabria ha recentemente approvato una mozione che sollecita il governo italiano a riformare la legge sulla cittadinanza. Il tema in questione è quello dello Ius Scholae, un principio che potrebbe dare a molti minori stranieri nati o arrivati in Italia un’importante opportunità: quella di acquisire la cittadinanza, attraverso il completamento di un percorso scolastico di almeno cinque anni. Questa proposta, che risale al 2022, non solo rappresenta un passo verso l’inclusione sociale, ma sottolinea il ruolo fondamentale dell’istruzione nella promozione dei diritti e dell’uguaglianza per tutti.
La proposta di estendere i diritti di cittadinanza ai minori che abbiano frequentato almeno cinque anni di scuola in Italia è un tentativo di rendere più inclusiva la nostra legislazione, ancora vincolata ai principi dello Ius Soli limitato. In Italia, infatti, un bambino nato da genitori stranieri non acquisisce automaticamente la cittadinanza italiana, a meno che non siano soddisfatti altri requisiti specifici. Lo Ius Scholae, quindi, sarebbe una riforma che guarda all’integrazione sociale di quei ragazzi che, pur essendo cresciuti nel nostro Paese, non godono di pieni diritti di cittadinanza.
Sociologicamente e culturalmente, l’istruzione è uno degli strumenti più potenti per favorire la parità di opportunità. La scuola non è solo un luogo di apprendimento accademico, ma anche di socializzazione, di formazione civica e di costruzione identitaria. Fornire ai minori stranieri la possibilità di ottenere la cittadinanza attraverso il loro impegno scolastico non è solo una questione legale, ma una questione di giustizia sociale. Così come un tempo scriveva il giornalista e abolizionista William Lloyd Garrison, “Il nostro paese è il mondo e la cittadinanza l’umanità intera”. Eppure, le leggi italiane non hanno ancora completamente abbracciato questa visione universale della cittadinanza.
Alcuni Comuni italiani stanno facendo la loro parte nel sostenere questa riforma, spingendo affinché il Parlamento intervenga per aggiornare la legge 91 del 1992. Tra questi, oltre alle amministrazioni di Vicenza, Padova e Verona, c’è anche Reggio Calabria, che lo scorso dicembre ha approvato una mozione, sostenuta all’unanimità, per chiedere una riforma legislativa in linea con i principi dello Ius Scholae. L’iniziativa, proposta dal gruppo consiliare Red, ha già ricevuto il sostegno della commissione Istruzione, Formazione e Lavoro, segnalando l’importanza e il consenso attorno a questa causa.
L’istruzione, in questo caso, non è solo una strada per l’integrazione ma anche un veicolo attraverso il quale i minori stranieri possono finalmente vedere riconosciuti i diritti che spettano loro. Dare la possibilità a questi ragazzi di diventare cittadini italiani non solo rafforza il legame con il Paese in cui sono cresciuti, ma rappresenta anche un atto di giustizia che colma il divario tra i diritti civili e sociali. È una proposta che fa leva sull’uguaglianza, sull’inclusione e sulla realizzazione di un diritto fondamentale: quello di essere pienamente cittadini di un mondo che dovrebbe essere più unito e aperto, come predicava Socrate.
In un’epoca in cui la cittadinanza non può essere più vista come un confine, ma come una connessione che va oltre le barriere nazionali, lo Ius Scholae diventa un passo fondamentale per permettere a ogni individuo, indipendentemente dalle sue origini, di sentirsi veramente parte della comunità globale.