Suicidio giovanile in aumento

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L’EDITORIALE

Il tasso di suicidio giovanile è in aumento in molti paesi del mondo, e questa tendenza sta suscitando preoccupazione tra genitori, educatori, professionisti della salute mentale e governi. Le ragioni dietro questo fenomeno complesso e doloroso sono molteplici e spesso interconnesse.

In primo luogo, la pressione sociale per raggiungere il successo e la felicità può essere schiacciante per molti giovani. I social media, in particolare, possono creare una percezione distorta della realtà, mostrando solo le immagini perfette della vita degli altri, senza mostrare le difficoltà e le sfide che tutti incontrano. Ciò può portare alcuni giovani a sentirsi inadeguati ea pensare che la loro vita non sia all’altezza delle aspettative.

In secondo luogo, la salute mentale è un fattore importante nel suicidio tra i giovani. L’ansia, la depressione e altri disturbi possono portare a pensieri suicidi. Tuttavia, i giovani spesso non riconoscono o non chiedono aiuto per questi problemi, e molti non hanno accesso a servizi di salute mentale adeguati.

In terzo luogo, il bullismo e la violenza possono avere conseguenze gravi sulla salute mentale dei giovani. In alcuni casi, il bullismo può portare a pensieri suicidi o addirittura al suicidio stesso. Inoltre, le esperienze di abuso o violenza possono avere effetti duraturi sulla salute mentale dei giovani.

Infine, l’isolamento sociale può essere un fattore che contribuisce al suicidio tra i giovani. La pandemia di COVID-19 ha portato a una maggiore solitudine e isolamento per molti giovani, e questo può essere particolarmente difficile per coloro che già lottano con la salute mentale.

Per attenuare il fenomeno del suicidio bisogna intervenire a più livelli

Per affrontare questo problema complesso e doloroso, sono necessarie soluzioni a più livelli. A livello individuale, è importante che i giovani abbiano accesso a servizi di salute mentale adeguati e che siano incoraggiati a chiedere aiuto quando non ne hanno bisogno. Inoltre, i genitori, gli educatori ei professionisti della salute mentale devono essere consapevoli dei segnali di allarme del suicidio e saper come intervenire quando necessario.

A livello sociale, è importante che ci sia una maggiore consapevolezza del problema e che si promuova un dialogo aperto sulla salute mentale tra giovani, genitori, educatori e professionisti. Inoltre, sono necessari sforzi per prevenire il bullismo e la violenza, e per creare comunità più inclusive e solidali.

Infine, a livello governativo, è importante investire in servizi di salute mentale accessibili e di alta qualità per i giovani e garantire che siano disponibili a tutti coloro che ne hanno bisogno. Inoltre, è necessario promuovere politiche sociali che affrontino le disuguaglianze e le pressioni sociali che possono portare al suicidio tra i giovani.

Siamo tutti chiamati a fare di più per prevenire queste tragedie e offrire ai giovani le risorse e il sostegno di cui hanno bisogno per affrontare le sfide della vita. Dobbiamo lavorare insieme come società per creare un ambiente sicuro e solidale per i giovani, in cui possano crescere e prosperare, e avere la fiducia di chiedere aiuto quando ne hanno bisogno.

I giovani devono sapere che non sono soli e che ci sono persone e risorse disponibili per aiutarli a superare i momenti difficili. Allo stesso modo, i genitori, gli educatori ei professionisti della salute mentale devono essere pronti ad ascoltare e intervenire quando necessario, fornendo il sostegno e le risorse necessarie per prevenire il suicidio.

La triste notizia di uno studente che si è lanciato questa mattina dal ponte Morandi di Catanzaro, ci ricorda che c’è ancora molto da fare per prevenire i suicidi tra i giovani. Dobbiamo fare di più come società per proteggere e sostenere la salute mentale dei giovani, e offrire loro una speranza per il futuro. Solo in questo modo possiamo invertire la tendenza e proteggere le vite dei giovani che sono ancora tra noi.