Tonno di Hipponion, una prelibatezza conosciuta anche nell’antica Magna Græcia

Branco di tonni (fonte: leurispes)

Che il tonno del mar Tirreno calabrese sia un ottimo alimento è un assioma per chi è appassionato di cucina e per chi ama mangiare bene. Ma la sua bontà era conosciuta anche nell’antica Magna Græcia, considerato come una vera e propria prelibatezza pescata nel Golfo Ipponiate, la costa che parte da Lamezia/Sant’Eufemia e arriva a Briatico.

Anche gli antichi pescatori si dedicavano alla cattura del tonno proprio in quest’area. Grandi branchi di questo pesce preferivano deporre e fecondare le uova lungo le nostre coste tirreniche, probabilmente attratti dalle temperature meno fredde e dal mare pulito e con la giusta salinità.

Le tonnare erano già largamente usate ai tempi di Ateneo e di Claudio Eliano e la mattanza avveniva con lo stesso metodo usato nel secolo scorso.

Del poeta Archestrato si conosce poco, ma sono giunti fino a noi alcun frammenti delle sue poesie che riguardano la cucina e il cibo. Il poeta e filosofo magno-greco pare sia vissuto nella seconda metà del IV secolo a.C.

Da amante dei viaggi ed essendo un buongustaio dedicò al tonno hipponion alcuni versi in cui si esalta la bontà e per il quale vale la pena di affrontare un viaggio. Archestrato è considerato il primo poeta che si è occupato di gastronomia, nel suo poema in esametri ‛Ηδυπάϑεια (I piaceri del Buongustaio).

Ma se d’Italia sopra il santo suolo
In Ipponio verrai dove corona.
Hanno i Bruzii di mar, colà vedrai
I tonni più eccellenti, che la palma
Portan, vincendo di gran lunga gli altri.
Ma tra’ Bruzii e tra noi di là vagante
Pelaghi molti traghettando in mezzo
Al mar fremente questo pesce arriva.
Però da noi fuor di stagion si pesca.
T’abbi la polpa, che di coda è nodo,
Di quel pesce ch’è femina di tanno,
Il quale è grande, e per sua patria vanta
Il bizantino mar; tu quella in pezzi
Tagliata arrosti ben, di fino sale
Spargendola soltanto, e d’olio ungendo.
Poscia i pezzi ne mangia e caldi e intrisi
In forte salsa, e se ti vien la voglia
Asciutti di mangiarli, ancor gustosi
Questi ritrovi: per sapor, per vista
Degl’immortali numi in ver son degni;
Ma perdon tosto il pregio lor se aceto
Spargendovi li rechi alla tua mensa.

La pesca del tonno durante il periodo romano

Anche in epoca romana la pesca del tonno era largamente effettuata nella zona del vibonese. Esiste la testimonianza del mosaico conosciuto come degli amorini pescatori (III sec. d.C.). La nascita della prima tonnara si deve proprio agli antichi romani; oggi, sono delle strutture completamente abbandonate.

Il Tonno di Ipponio potrebbe diventare un marchi di pregio per tutto il territorio e la tonnara di Bivona un sito turistico di grande importanza, ma si sa le parole volano al vento e restano le speranza soltanto che il vento possa cambiare e le parole diventino fatti.” (Michele La Rocca)

Dello stesso autore è: Il caviale calabrese: la sardella/rosamarina bontà della ‘nunnata’