Professioni abusive, piaga senza fine: denunciato agente immobiliare abusivo nel Crotonese
CIRÒ MARINA (KR), 3 MAG 2025 – Ancora una volta le forze dell’ordine si trovano a fare i conti con un fenomeno che, purtroppo, sembra ben radicato sul territorio: l’esercizio abusivo delle professioni. Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di Cirò Marina hanno denunciato un 54enne di Melissa, accusato di aver esercitato illegalmente la professione di agente immobiliare senza le necessarie abilitazioni e iscrizioni all’Albo professionale.
L’indagine è partita da un’intuizione dei militari della Stazione locale, insospettiti dalla presenza di cartelloni pubblicitari affissi nei comuni di Melissa, Strongoli e Cirò Marina. Quei manifesti, che promuovevano i servizi di un’agenzia immobiliare con tanto di nome, cognome e numero di telefono del presunto titolare, hanno spinto gli investigatori a verificare la regolarità dell’attività. Gli accertamenti hanno portato a una verità allarmante: l’uomo pubblicizzava e svolgeva la professione di agente immobiliare pur non essendo mai stato iscritto al registro ufficiale della Camera di Commercio né in possesso del patentino obbligatorio per legge.
La Procura della Repubblica di Crotone, accogliendo le risultanze investigative, ha disposto il sequestro probatorio della cartellonistica pubblicitaria: ben undici manifesti di varie dimensioni sono stati rimossi e posti sotto sequestro. L’uomo è ora formalmente indagato; il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e la sua colpevolezza dovrà essere accertata in sede processuale, nel pieno rispetto del diritto di difesa e del contraddittorio.
Un caso isolato? Tutt’altro.
Questa vicenda, pur grave, non è un episodio isolato. L’esercizio abusivo di professioni regolamentate – che si tratti di agenti immobiliari, consulenti, tecnici o altre figure – rappresenta una piaga diffusa in Calabria e non solo. A questa si somma un’altra piaga: quella del lavoro nero, che spesso si intreccia con attività esercitate come “secondo lavoro” fuori da ogni regola e tutela. Un fenomeno che danneggia l’economia sana, sottrae risorse alla collettività e mette a rischio i consumatori, privati delle garanzie offerte da professionisti abilitati e controllati.
Non basta l’azione repressiva delle forze dell’ordine, pur necessaria e preziosa. Occorre un impegno corale: più controlli, più informazione ai cittadini, più collaborazione tra istituzioni e associazioni di categoria per favorire la cultura della legalità. Il turismo e l’economia della nostra regione, infatti, si fondano anche sulla credibilità e sulla qualità dei servizi offerti. Non possiamo permettere che l’abusivismo professionale intacchi la reputazione di un territorio già impegnato in una difficile risalita verso la valorizzazione delle proprie eccellenze.
Quello di Melissa, dunque, è solo l’ultimo caso emerso alla luce. Ma quanti sono ancora sommersi? E soprattutto: cosa si può fare di più per contrastare questo fenomeno? Una domanda che interpella non solo le autorità, ma l’intera comunità calabrese.