Aldo Moro e le Brigate Rosse: un mistero lungo 47 anni
ROMA, 16 MAR 2025 – Sono trascorsi quarantasette anni da quel tragico giovedì mattina del 16 marzo 1978, quando un commando delle Brigate Rosse tese un agguato in via Fani, a Roma, sequestrando Aldo Moro e uccidendo i cinque uomini della sua scorta. Un evento che ha segnato profondamente la storia italiana e che ancora oggi solleva interrogativi irrisolti.
Il contesto storico del sequestro di Aldo Moro
Nel 1978 l’Italia si trovava in un momento di grande instabilità politica e sociale. Il Paese era attraversato dagli “anni di piombo”, un periodo caratterizzato da violenze politiche e terrorismo, con gruppi estremisti che attaccavano lo Stato. Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, era uno dei principali artefici del “Compromesso Storico”, un tentativo di avvicinamento tra DC e Partito Comunista Italiano per garantire una maggiore stabilità governativa. Questo scenario, tuttavia, era inviso sia agli ambienti più radicali sia ad alcuni settori interni ed esterni alla politica italiana.
L’attacco di Via Fani
La mattina del 16 marzo, Moro stava recandosi alla Camera dei Deputati per il voto di fiducia al governo guidato da Giulio Andreotti. Poco dopo le 9, la sua auto e la vettura di scorta vennero bloccate da un gruppo armato delle Brigate Rosse. In pochi minuti, il commando sparò oltre novanta colpi, uccidendo i cinque agenti della scorta: Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi. Aldo Moro fu trascinato via e condotto in un luogo segreto.
I 55 giorni di prigionia e il tragico epilogo
Le Brigate Rosse detennero Moro per 55 giorni, durante i quali l’ex presidente della DC scrisse numerose lettere ai leader politici e alla sua famiglia, implorando una trattativa per la sua liberazione. Tuttavia, il governo italiano, sostenuto dalla linea della fermezza, si rifiutò di negoziare con i terroristi. Il 9 maggio 1978, il corpo di Aldo Moro venne ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani, nel cuore di Roma, a metà strada tra le sedi della DC e del PCI.
Quasi cinquant’anni dopo, il caso Moro continua a suscitare dibattiti e nuove ipotesi. Il sequestro e l’omicidio dell’ex presidente della Democrazia Cristiana rappresentano una delle pagine più oscure della Repubblica Italiana. Ancora oggi, permangono dubbi sulle responsabilità, sulle eventuali complicità e sul ruolo dei servizi segreti italiani e stranieri in quella vicenda.
L’Italia non ha mai dimenticato Aldo Moro. Ogni anno, il 16 marzo, le istituzioni commemorano le vittime di via Fani e ricordano il sacrificio di un uomo che, fino alla fine, cercò di costruire un Paese più unito e democratico.
La memoria di quegli eventi rimane un monito per le generazioni future: la democrazia e la libertà vanno difese sempre, anche nei momenti più difficili.