Catanzaro, due dipendenti pubbliche indagate per truffa

Ufficio deserto, lavoro, assenteismo, truffa ai danni dello Stato
Ufficio deserto, lavoro, assenteismo, truffa ai danni dello Stato

Catanzaro, false dichiarazioni per ottenere permessi retribuiti: nei guai un’infermiera e una docente sequestrati oltre 16.000 euro

CATANZARO, 12 MAG 2025 Due casi distinti di truffa aggravata ai danni dello Stato sono finiti sotto la lente della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, che ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a due donne, entrambe dipendenti pubbliche. Le indagini, coordinate rispettivamente dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e da quella di Lamezia Terme, hanno portato anche al sequestro preventivo di somme di denaro per un valore complessivo superiore a 16.000 euro.

Nel primo caso, una infermiera in servizio presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro è accusata di aver indebitamente ottenuto un congedo straordinario retribuito, previsto per l’assistenza a familiari gravemente disabili. Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna avrebbe falsamente dichiarato di dover accudire la madre convivente affetta da grave handicap, ma avrebbe invece sfruttato il periodo di assenza dal lavoro per finalità personali, tra cui una vacanza in crociera. Il danno economico per l’ente pubblico ammonterebbe a circa 1.289 euro, cifra che corrisponde alle retribuzioni indebitamente percepite.

Il secondo episodio riguarda una docente di scuola, che avrebbe usufruito per circa otto mesi di un permesso retribuito con la stessa finalità di assistenza a un familiare anziano. Tuttavia, gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno evidenziato che per oltre 170 giorni la donna ha risieduto fuori dalla regione Calabria, rendendo di fatto impossibile qualsiasi forma di assistenza continuativa al proprio congiunto. In questo caso, il profitto illecito stimato è pari a oltre 16.000 euro.

Su richiesta della Procura di Lamezia Terme, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto un sequestro preventivo per equivalente, già eseguito nei confronti dell’insegnante.

Questi casi evidenziano un utilizzo distorto di strumenti normativi nati per tutelare situazioni di reale necessità familiare. La truffa aggravata ai danni dello Stato è un reato particolarmente grave perché mina il rapporto di fiducia tra cittadino e istituzioni, oltre a danneggiare concretamente le risorse pubbliche. Il sequestro preventivo per equivalente, in questi casi, rappresenta una misura non solo cautelare, ma anche deterrente verso comportamenti simili.

Le indagini confermano l’impegno delle autorità nel contrasto alle frodi ai danni della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di tutelare le risorse pubbliche e garantire l’integrità dei servizi offerti ai cittadini.