Coronavirus, De Palma: «In Campania a combattere contro la morte ci sono i precari con contratto di lavoro fino al 31 dicembre»

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Antonio De Palma Presidente Sindacato Infermieri Italiani (Nursing Up)

«Stiamo monitorando 24 ore su 24 la situazione della sanità pubblica in Campania in pieno clima di ripresa del covid-19. E quello che viene fuori, giorno dopo giorno, attraverso i nostri referenti regionali, è il desolante disegno di un quadro allarmante, letteralmente a rischio esplosione». Esordisce così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up Sindacato Infermieri Italiani.

«La cosa peggiore – prosegue De Palma – riguarda un atteggiamento che da più parti ci risulta eccessivamente “morbido”, direi quasi lassivo. Mi spiego meglio: anche i nostri infermieri, rispetto ai nostri stessi colleghi del Nord, denunciano molto meno quanto sta accadendo. Di conseguenza la stampa, rispetto alle notizie di forti disagi che emergono ora dopo ora, in Regioni come Piemonte, Lombardia e Veneto, riporta molto meno il “vissuto” campano».

«Si corre il rischio – afferma ancora De Palma – di essersi pericolosamente abituati alla mediocrità di strutture con carenze di personale che ormai potrebbero finire sui libri di storia. Solo pochi giorni fa, i nostri referenti del Piemonte ci denunciavano l’allarme dell’asl città di Torino, con appena 55 infermieri assunti di cui solo 2 a tempo indeterminato. In Lombardia, ospedali come Cremona e Brescia, attraverso i nostri infermieri, ci raccontano ogni giorno di situazioni già allo stremo».

«Cosa succede in Campania? – si domanda il presidente nazionale del Nursing Up Sindacato Infermieri Italiani. Possibile che nessuno racconti di un possibile collasso verso il quale si arriverebbe inevitabilmente, senza via di uscita, se si arrivasse al numero di contagi della Lombardia dello scorso marzo, alla luce di un virus che, se si facesse virulento come in primavera, sarebbe impossibile da sconfiggere? Ci si può affidare alla sola speranza che tutto questo non accada senza avere le armi per fronteggiare l’emergenza?».

«L’esempio dell’Area Covid dell’Ospedale del Mare – dichiara De Palma – è a limiti della sopravvivenza umana. I posti letto in terapia intensiva ci sono, ma mancano respiratori, manca personale, e chi opera in prima linea contro il “mostro” lo fa da precario. Su 21 infermieri solo sei sono contrattualizzati. Fino al 31 dicembre. Una situazione mostruosa». 

«La verità – afferma – è che in particolare la sanità pubblica provincia di Napoli, in un territorio esteso e quindi carico di potenziali pazienti ma soprattutto potenziali ammalati Covid, con il Cardarelli e il San Giovanni Bosco ai primi due posti per infermieri contagiati, paga il dramma di quei tagli che ben prima della gestione De Luca hanno portato aree come l’asl Napoli 1 da circa 13 mila a 7200 posti di lavoro, e questo per fronteggiare i debiti da capogiro».

«E chi subisce – ammonisce e conclude De Palma – oggi le scelleratezze della politica italiana? Gli infermieri, chi altri. Esposti al rischio costante, in piena ripresa pandemia, di ammalarsi e di rimetterci anche la vita. Come sindacato noi non possiamo rimanere a guardare, denunciamo l’esistenza di una bomba ad orologeria, pronta a esplodere se non si interviene immediatamente. Chiediamo al Governo, al Ministro della Salute Speranza, al Presidente della Regione De Luca, strategie adeguate e immediate, non parole e non azioni di facciata».