Clan Pesce: traffico, estorsioni e potere criminale a Rosarno

Rosarno, cosca Pesce
Rosarno, cosca Pesce

Una sinistra minaccia aleggia nei corridoi della ‘ndrangheta, incarnata dalla potente cosca Pesce. La storia di questo clan, da decenni radicato tra le pieghe oscure della criminalità organizzata, rivela un’intrecciata trama di violenza, estorsioni e traffico internazionale di droga.

La ‘ndrina dei Pesce si erge tra le più potenti cosche della ‘ndrangheta, con affiliati diffusi in 30 “locali” e numerose ‘ndrine. Le loro influenze si estendono da Reggio Calabria a Milano, con Rosarno come fulcro operativo. Coinvolti in una vasta gamma di attività criminali, dal traffico di droga al controllo dei mercati agricoli, i Pesce, insieme alla cosca dei Bellocco, costituiscono il “locale” di ‘ndrangheta cittadino. Una stretta alleanza con i Piromalli, i Mancuso e i Molè ha cimentato il loro dominio nella piana di Gioia Tauro.

Gli anni dell’oscurità: crimini e potere

Negli anni ’80, i Pesce furono accusati dell’omicidio del dirigente comunista Giuseppe Valarioti, oppositore dichiarato della ‘ndrangheta. Nonostante le accuse e un processo indiziario, il clan riuscì a sfuggire a una condanna. Nel decennio successivo, l’inchiesta Cordova svelò una vasta rete di criminalità, portando al rinvio a giudizio di oltre 130 imputati, inclusi esponenti dei Pesce. Il processo si concluse nel 1995 con una serie di assoluzioni.

Anni 2000: traffico di droga e arresti

Gli anni 2000 videro il clan coinvolto in traffici internazionali di droga. Nel 2006, 54 affiliati alla cosca Pesce e ai Bellocco furono arrestati per narcotraffico in varie città italiane. Nel 2009, il coinvolgimento in traffico di merci contraffatte portò all’arresto di 26 persone. Nel 2011, l’operazione All Inside e la collaborazione della figlia di Salvatore Pesce, Giuseppina, svelarono l’assetto criminale della città di Rosarno.

La decadenza del potere: arresti e sequestri

Nel 2011, operazioni come All Clean portarono a sequestri di beni per oltre 190 milioni di euro, decretando la fine della potenza economica della cosca Pesce. L’arresto di Francesco Pesce nel 2011 segnò un altro duro colpo per il clan.

Rapporti internazionali e collaborazioni con altre organizzazioni

I Pesce, secondo gli investigatori, hanno sviluppato stretti legami con la criminalità in Austria, Grecia, Libano, Germania e Francia. Anche con i Casalesi della Camorra, sembra che gli affari siano fiorenti, con Salerno che sostituisce gradualmente Gioia Tauro come punto di approdo per i traffici illeciti.

L’eredità dell’oscurità

Nonostante gli arresti e i sequestri, la cosca Pesce continua a lanciare ombre sulla Calabria. La loro egemonia nella provincia di Reggio Calabria è ben documentata, con la collaborazione di alcuni pentiti che ha rivelato il loro ruolo chiave nelle dinamiche criminali della regione. Mentre la giustizia continua a lottare contro la ‘ndrangheta, i Pesce mantengono una presa ferma, dimostrando che l’eredità dell’oscurità è difficile da estirpare completamente.