Peste suina africana: Nuova minaccia per gli allevamenti calabresi

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Nuovi casi di peste suina africana nella Calabria meridionale

La paura nei confronti della diffusione della peste suina africana persiste tra gli allevatori e gli amministratori, poiché nuovi casi di infezione continuano a emergere. A distanza di un mese dall’ultimo episodio positivo riscontrato in un allevamento di maiali neri, che ha comportato l’abbattimento di 130 capi e l’estensione dell’area di quarantena ad altri 10 comuni lungo la fascia jonica, i veterinari dell’Asp di Reggio Calabria stanno ora indagando su un nuovo caso sospetto. Si teme che questo caso, che è ancora in fase di analisi, si sia verificato in un allevamento domestico nel comune di San Luca, non lontano dall’area di Africo, dove sono stati registrati i primi casi di infezione. Nel caso in cui i risultati delle analisi confermino l’infezione, circa una decina di maiali dovranno essere abbattuti e distrutti.

Questa nuova scoperta rappresenta un duro colpo per i piccoli imprenditori reggini, che già si trovano in una situazione difficile. Tuttavia, le conseguenze potrebbero estendersi anche ad altre attività economiche, in particolare al settore turistico, presente nei comuni dell’Aspromonte, che finora è stato colpito duramente. Proprio ieri, Franco Barretta, direttore di una cooperativa di allevatori della zona, aveva espresso preoccupazione per l’aumento dei casi e la possibile espansione delle aree sotto osservazione. Barretta ha affermato: “Personalmente, non ho dubbi che altre zone della Calabria potrebbero presto risultare contaminate. È necessario intervenire in modo drastico e nel minor tempo possibile. È indispensabile abbattere il maggior numero possibile di cinghiali al fine di ridurre significativamente la loro popolazione”.

La situazione rimane quindi tesa e richiede un’azione rapida e decisa per contenere la diffusione della peste suina africana nella regione. Gli allevatori e gli amministratori locali devono collaborare strettamente con le autorità veterinarie per implementare misure efficaci di prevenzione e controllo. Allo stesso tempo, è fondamentale adottare strategie a lungo termine per gestire la popolazione di cinghiali, considerati uno dei principali veicoli di trasmissione della malattia. Solo attraverso un approccio olistico e coordinato sarà possibile mitigare gli effetti negativi di questa crisi e proteggere l’industria agricola e il tessuto economico della regione.

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