Un fermo nella notte per la deflagrazione, avvenuta nella notte tra il 4 e 5 novembre in cui morirono i tre pompieri. Si tratta del proprietario dell’immobile
Svolta nelle indagini sull’esplosione: un uomo fermato.
Si tratta di Giovanni Vincenti, intestatario dell’immobile sito a Quargnento, nell’Allessandrino.
Nella deflagrazione, avvenuta nella notte tra il 4 e 5 novembre, morirono tre pompieri. L’uomo è stato ascoltato per ore in caserma.
La persona sarebbe ritenuta responsabile di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie per l’esplosione che la notte tra il 4 e il 5 novembre ha distrutto un cascinale.
Le attività si sono svolte a poche ore dai funerali solenni di Antonino, Marco e Matteo nella cattedrale dei Santi Pietro e Marco di Alessandria. Presenti tra gli altri sono stati il premier Giuseppe Conte, il presidente della Camera Roberto Fico e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Le indagini hanno portato in pochi giorni ad un primo risultato grazie alle attività “serrate e articolate” dei carabinieri. Agli ordini del colonnello Michele Angelo Lorusso. Numerosi gli accertamenti tecnici e gli interrogatori, tra cui quello nelle ultime ore di Giovanni Vincenti per l’appunto.
La confessione di Vincenti
Giovanni Vincenti crolla dopo dieci ore di interrogatorio.
Confessa il proprietario della cascina esplosa di Quargnento: fortemente indebitato ha causato l’attentato per frodare l’assicurazione.
Vincenti è crollato dopo un interrogatorio di dieci ore dai carabinieri nell’ambito delle indagini per la morte dei tre vigili del fuoco.
Indagata a piede libero la moglie Antonella Patrucco, in concorso.
Nella conferenza stampa in corso ad Alessandria i particolari della svolta sulla tragedia di lunedì, il procuratore capo Cieri fornisce i dettagli.
Esclusa la volontà di uccidere, Vincenti voleva solo danneggiare l’immobile, ma comunque gli è stato contestato l’omicidio plurimo perché non ha avvertito i soccorritori della presenza delle 5 bombole di gas.
La prova schiacciante
Per gli inquirenti la prova è schiacciante: il timer acquistato in un negozio di Alessandria è quello per le luci degli alberi di Natale. A casa gli hanno trovato il libretto di istruzioni.
L’esplosione per tentata truffa finita in tragedia con due morti a Catanzaro
L’episodio in cui sono morti i tre vigili del fuoco, per una tentata truffa ai danni dell’assicurazione in provincia di Alessandria, ci riporta alla memoria un episodio finito anche questo in tragedia nella nostra Calabria. Più precisamente nel quartiere marinaro del capoluogo di Regione.
Ebbene ci si rabbrividisce se si pensa che anche in quell’occasione la tragedia si è consumata nella notte tra il 4 e il 5. Si trattava di aprile però, non di novembre. E l’anno era il 2018.
In particolare il rogo e l’esplosione ha riguardato un ristorante-pub di Catanzaro, denominato “Tonnina’s“; molto rinomato tra i residenti della città. A seguito dell’incendio la Polizia di Stato ha avviato serrate attività investigative per chiarire la dinamica dei fatti ed identificare i due cadaveri che sono stati rinvenuti, semicarbonizzati, all’interno del locale. Le due vittime sono state riconosciute nelle persone di Paonessa Giuseppe e Sergi Eugenio
La dinamica dell’incendio, le vittime e il mandante
Le intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate hanno consentito di accertare che il Paonessa ed il Sergi, introdottosi nel locale utilizzando chiavi originali e dissimulando una effrazione, una volta all’interno avrebbero cosparso una copiosa quantità di liquido infiammabile su tutta la superficie utilizzando tre taniche contenenti circa 80 litri di benzina ed un erogatore del tipo nebulizzatore per agricoltura, rinvenuti dal personale operante durante la ricognizione dei luoghi interessati all’incendio.
Il combustibile, evaporando negli ambienti, ha poi saturato l’aria e una volta innescato l’incendio da parte dei due intrusi, si è determinata una esplosione che li ha imprevedibilmente investiti ed impossibilitati a sfuggire alle fiamme che sono immediatamente divampate, uccidendoli.
Le indagini hanno inoltre dimostrato che l’incarico di appiccare l’incendio è stato conferito al Paonessa ed al Sergi, suoi conoscenti e frequentatori del “Tonnina’s”, da Fiorentino Gennaro di anni 47, collaboratore e parente del titolare del locale andato a fuoco.
Diverse vittime, diverse città, stesso obiettivo
Nel caso della provincia di Alessandria, dunque a morire sono stati 3 vigili del fuoco, ignari delle intenzioni del proprietario della cascina (che volendo avrebbe potuto evitare il peggio chiamando i soccorsi) ed intenti a svolgere il loro “silenzioso ed eroico” lavoro.
Nel caso della città di Catanzaro invece a morire sono stati proprio due complici del mandante che li aveva incaricati di appiccare il fuoco nel locale.
L’obiettivo unico: truffare l’assicurazione, inscenando un incendio colposo, al fine di guadagnare soldi.
Un comportamento da irresponsabili che nel peggiore dei casi può provocare delle vittime, inutilmente, come in questi due casi. (Quello recentissimo di Alessandria e quello del 2018 di Catanzaro).
Non si può perdere la vita così, non si può agire in questa maniera.
L’interesse non può essere sempre quello dei soldi, soprattutto quando c’è di mezzo la vita umana, che non ha prezzo.