Rilasciati anche 1.966 prigionieri palestinesi. Trump a Sharm el-Sheik per la firma ufficiale dell’intesa di pace. La comunità internazionale accoglie con favore la svolta per Gaza.
Una speranza che sembrava lontana oltre due anni a Gaza si è trasformata in realtà. Dopo 738 giorni di prigionia, sono stati liberati questa mattina i 20 ostaggi israeliani detenuti da Hamas dal 7 ottobre 2023. Il rilascio segna la prima, concreta conseguenza della tregua tra Israele e Hamas, raggiunta nella notte tra l’8 e il 9 ottobre grazie alla mediazione degli Stati Uniti e approvata dal governo di Benjamin Netanyahu.
Il primo gruppo di sette ostaggi — tra cui Guy Gilboa-Dalal, Alon Ohel e Omri Miran — è stato rilasciato all’alba nell’area di Deir el-Balah, nel nord della Striscia di Gaza. Poche ore dopo, altri tredici prigionieri israeliani sono stati liberati nei pressi di Khan Yunis, portando a venti il totale dei cittadini rientrati in libertà.
A Tel Aviv, dove migliaia di persone si erano radunate per sostenere le famiglie degli ostaggi, la notizia è stata accolta con applausi, lacrime e canti. “Il suo incubo è finito”, ha dichiarato commosso il padre di uno dei primi liberati.
I rilasciati sono stati presi in consegna dall’esercito israeliano (Idf) e trasferiti in centri medici nel sud del Paese per le prime visite. Nelle prossime ore, secondo fonti ufficiali, saranno consegnati anche i corpi dei 28 ostaggi morti durante la prigionia.
Trump in Israele: “La guerra è finita”
Mentre avveniva la seconda ondata di liberazioni, Donald Trump è atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, accolto dal presidente israeliano Isaac Herzog e dal premier Netanyahu. “È un giorno molto speciale, la guerra è finita”, ha dichiarato il presidente statunitense, aggiungendo che “il cessate-il-fuoco durerà, perché la gente è stanca della guerra”.
Accompagnato da Netanyahu, Trump ha poi parlato alla Knesset, dove ha ricevuto una standing ovation. “Oggi segna la fine dell’era del terrorismo e l’inizio di un nuovo Medio Oriente”, ha detto nel suo discorso, ricordando il 7 ottobre 2023 e rivendicando il ruolo degli Accordi di Abramo nel percorso verso la pace regionale.
Nel pomeriggio, il presidente Usa si è trasferito a Sharm el-Sheik, in Egitto, per la cerimonia ufficiale della firma dell’accordo di tregua. A presiedere il vertice il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, insieme a Trump e al presidente palestinese Mahmoud Abbas.
All’incontro partecipano anche i leader di Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna, Qatar, Giordania, Turchia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, oltre a rappresentanti di Pakistan e Indonesia. L’obiettivo, secondo gli organizzatori, è “consolidare la tregua e avviare un percorso politico stabile per la ricostruzione di Gaza”.
Israele rilascia 1.966 prigionieri palestinesi
Contestualmente alla liberazione degli ostaggi, Israele ha disposto il rilascio di 1.966 detenuti palestinesi, in base alle clausole dell’accordo mediato da Washington.
Molti prigionieri, in precedenza trattenuti in “detenzione amministrativa”, sono stati trasferiti in Cisgiordania e Gaza, mentre i 250 condannati all’ergastolo saranno dislocati tra Gerusalemme, la Cisgiordania e Paesi terzi.
Una parte dei detenuti della Striscia è stata portata all’ospedale Nasser, dove riceverà assistenza sanitaria prima del rientro nelle famiglie.
Le reazioni della comunità internazionale
La svolta di oggi è stata accolta con favore da tutto il mondo. Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha espresso “profondo sollievo” per la liberazione degli ostaggi, invitando le parti “a consolidare il cessate-il-fuoco e a porre fine all’incubo di Gaza”.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha parlato di “un nuovo capitolo per il Medio Oriente”, assicurando il sostegno dell’Unione Europea alla ricostruzione della Striscia e alle riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Messaggi di soddisfazione sono arrivati anche da Emmanuel Macron, che ha parlato di “pace possibile”, e dalla premier italiana Giorgia Meloni, che ha definito questa “una giornata storica”.


















