L’emigrazione dei giovani laureati italiani raggiunge numeri record: la fuga dal Sud e la crescente ricerca di opportunità all’estero, con la Calabria tra le province più colpite
La tendenza migratoria verso l’estero sta diventando sempre più una realtà concreta per i giovani italiani, in particolare quelli laureati, che, spinti dalla scarsità di opportunità professionali, cercano una vita migliore lontano dalla loro terra. Secondo il recente rapporto Istat, l’esodo ha raggiunto numeri record nel 2024, con un aumento significativo delle partenze di cittadini italiani, in particolare dal Sud, dove la disoccupazione giovanile e la mancanza di crescita economica continuano a rappresentare un freno insormontabile.
Nel 2024, il numero degli espatri ha toccato quota 191.000, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno ha visto la Germania, la Spagna e il Regno Unito tra le destinazioni più popolari per i giovani laureati italiani. In particolare, circa il 36% delle partenze italiane si è diretto verso la Germania (12,8%), seguita dalla Spagna (12,1%) e dal Regno Unito (11,9%). Queste mete sono scelte non solo per la qualità del lavoro offerto, ma anche per le opportunità di crescita professionale che l’Italia fatica a garantire.
Il Sud in difficoltà: Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria le province più colpite
Sebbene l’esodo riguardi l’intero paese, il Sud Italia è il principale protagonista di questo fenomeno. Le province di Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria sono tra quelle che stanno registrando il tasso più elevato di emigrazione, con una media di circa 10 emigrati ogni 1.000 residenti, un dato che continua a crescere ogni anno. La situazione si aggrava in Calabria, dove il numero degli emigrati ha visto un’impennata significativa, con circa 1.200 in più rispetto al 2022. Questa tendenza di partenza è particolarmente evidente durante le festività e i ponti lunghi, quando le città calabresi si ripopolano temporaneamente di giovani che, tornati per le vacanze, lasciano di nuovo la loro terra appena possibile.
Un paese che perde cittadini e guadagna stranieri
Secondo l’Istat, il saldo migratorio con l’estero è negativo per quanto riguarda i cittadini italiani, con una perdita di circa 103.000 persone nel 2024. Allo stesso tempo, il numero di immigrati stranieri che arriva in Italia ha registrato un aumento significativo, con un saldo positivo di 347.000 persone. Questo riflette una dinamica complessa: da un lato l’Italia perde i suoi giovani più istruiti, ma dall’altro attrae lavoratori da altri paesi, facendo registrare un incremento della popolazione straniera.
Fecondità in calo: la “fuga” non riguarda solo i giovani
Oltre alla crescente emigrazione, l’Italia sta facendo i conti con un altro fenomeno critico: il calo della fecondità. Nel 2024, il tasso di fecondità nazionale è sceso a 1,18 figli per donna, il valore più basso mai registrato, e questo fenomeno è particolarmente evidente nel Sud, dove la media è leggermente più alta, ma comunque preoccupante. In Calabria, il tasso di fecondità è pari a 1,25 figli per donna, ma ciò non basta a invertire la tendenza di un Mezzogiorno sempre più spopolato.
Il quadro che emerge dal rapporto Istat è quello di un paese che continua a perdere i suoi giovani più promettenti, in un contesto dove la disoccupazione giovanile e le difficoltà economiche spingono verso l’estero le nuove generazioni di laureati. Se da un lato alcune regioni, come il Trentino-Alto Adige, riescono a mantenere un saldo positivo grazie alla qualità della vita e a un’elevata natalità, il Sud continua a soffrire una forte emorragia di talenti che non riesce a essere colmata da politiche efficaci di sviluppo e innovazione.
L’esodo dei giovani laureati non è solo una questione di opportunità lavorative, ma anche di speranza per un futuro migliore. In un’Italia che fatica a rimanere competitiva, i giovani sono costretti a guardare all’estero per costruire una carriera solida. La sfida, per il governo e le amministrazioni locali, è quella di invertire questa tendenza, creando un ambiente favorevole alla crescita professionale e personale, che permetta di trattenere i talenti e contrastare la crescente emigrazione.
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