Il valore della famiglia nella ‘ndrangheta: come i legami di sangue favoriscono la criminalità

Carcere
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Le parentele costituiscono un pilastro fondamentale all’interno della ‘ndrangheta, una delle più potenti organizzazioni criminali italiane. La notizia che Pasquale Mannolo, uno dei leader del clan degli zingari di Catanzaro, è il suocero di Domenico Passalacqua, un nomade stanziale attivo nell’ambito della criminalità organizzata, non fa che confermare questo aspetto.

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), Mannolo avrebbe avuto un ruolo apicale all’interno dell’associazione finalizzata al narcotraffico sgominata dalla maxi operazione. Sarebbe stato lui a mantenere gli equilibri, a dirimere le controversie, a presiedere le riunioni più importanti e a scongiurare tradimenti da parte di membri della cosca che aspiravano a collaborare con la giustizia.

In particolare, Mannolo avrebbe diretto una serie di pressioni nei confronti di Ivan Salvatore Rossello, un corriere della cocaina beccato con un’auto della famiglia sanleonardese. Dopo il suo arresto, Mannolo sarebbe stato in grado di avvicinarlo e “tranquillizzarlo”, evitando così che potesse collaborare con la giustizia.

Ma il coinvolgimento di Mannolo non sarebbe l’unico caso di parentela all’interno della ‘ndrangheta. Dante Mannolo e Giovanni Passalacqua, ad esempio, controllavano il carcere di Siano e avevano già fatto parlare di sé in occasione della maxi rapina al caveau di Caraffa del 2016.

Le intercettazioni delle conversazioni tra i membri del clan e Domenico Sacco, un agente di polizia penitenziaria accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelerebbero l’inclinazione a farsi corrompere dell’ufficiale. Sacco avrebbe facilitato l’introduzione di pen drive e video nel carcere, avrebbe fornito informazioni sulla collaborazione dei detenuti con la giustizia e avrebbe persino ottenuto un lavoro per la moglie grazie ai contatti dei membri del clan.

In cambio dei suoi servizi, Sacco avrebbe chiesto soldi, auto e altri beni. Da alcune intercettazioni, si evince che avrebbe perfino fatto avere a un detenuto mazzi di carte, grappa e profumi in cambio di una somma di denaro.

Questa vicenda mette in luce ancora una volta l’importanza delle relazioni familiari all’interno delle organizzazioni criminali. La ‘ndrangheta, infatti, si basa sull’idea di una grande famiglia, in cui i legami di sangue e di matrimonio rappresentano un valore imprescindibile. La presenza di parenti all’interno della stessa organizzazione favorisce la coesione e l’unità, ma al contempo rende più difficile il lavoro degli investigatori, che devono fronteggiare una rete di relazioni complesse e sfaccettate.

Le indagini e le operazioni condotte dalle autorità dimostrano che anche all’interno di queste reti familiari esistono tensioni, rivalità e conflitti che possono portare a tradimenti e collaborazioni con la giustizia. È il caso, ad esempio, di Santo Mirarchi, un ex membro del clan degli zingari di Catanzaro che ha deciso di collaborare con gli inquirenti e di rivelare importanti dettagli sulle attività della cosca.

Inoltre, è importante non dimenticare che la ‘ndrangheta non rappresenta l’unica forma di criminalità organizzata presente in Italia. Esistono numerose altre organizzazioni che agiscono sul territorio nazionale e internazionale, con caratteristiche e modalità di operare diverse.

La notizia della parentela tra Pasquale Mannolo e Domenico Passalacqua conferma l’importanza dei legami familiari all’interno della ‘ndrangheta e pone l’accento sulla necessità di una lotta costante contro la criminalità organizzata. Solo attraverso un’azione decisa e coordinata delle forze dell’ordine e della magistratura, si può sperare di debellare questo fenomeno che rappresenta una minaccia per la democrazia, la legalità e la sicurezza del nostro Paese.

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