La società civile calabrese si mobila per difendere i valori di accoglienza e rispetto dei diritti umani

Naufragio, migranti, Cutro
Naufragio, migranti, Cutro

La Calabria è stata nuovamente teatro di una tragedia che ci lascia senza parole. Il naufragio al largo di Cutro, in cui hanno perso la vita decine di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, ci ricorda una volta di più la drammaticità delle rotte migratorie nel Mediterraneo.

La vicenda è avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, al largo della costa di Steccato di Cutro, a causa del mare mosso, un caicco proveniente dalla Turchia, si presume con 250 persone a bordo, si è spezzato ed è naufragato: 79 i morti, moltissimi i dispersi. A bordo del barcone viaggiavano molti bambini e donne. Nonostante l’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorritori, solo poche persone sono state salvate. Il bilancio, aggiornato ad oggi, è di 79 vittime, ma non si esclude che il numero possa aumentare.

La comunità di Cutro e l’intera Calabria sono sconvolte da questa tragedia. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza di chi cerca di fuggire da guerre, povertà e fame. I migranti sono nostri fratelli e sorelle, e come tali dobbiamo accoglierli e proteggerli.

Questa tragedia ci invita a riflettere sulla necessità di una politica migratoria più umana ed equa, che non abbandoni le persone in mare, ma le accolga e le aiuti a ricostruire le loro vite. Dobbiamo promuovere una cultura dell’inclusione e dell’accoglienza, che valorizzi le diversità e riconosca i diritti di tutti.

In questo momento di dolore, la comunità di Cutro e tutta la Calabria si stringono intorno alle famiglie delle vittime e a chi ha perso la vita in questo tragico incidente. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che simili eventi accadano ancora, e lavorare insieme per costruire un futuro migliore per tutti.

IN MIGLIAIA SULLA SPIAGGIA DEL NAUFRAGIO: «FERMARE LA STRAGE SUBITO»

La tragedia del naufragio al largo di Cutro ha suscitato una forte reazione da parte della società civile calabrese. Sabato 11 marzo si è tenuta una manifestazione promossa da alcune associazioni di volontariato e da cittadini comuni, che hanno voluto esprimere la loro solidarietà alle vittime e alle loro famiglie e chiedere un cambio di rotta nella politica migratoria del nostro Paese.

La manifestazione si è svolta in modo pacifico, ma deciso. In tanti hanno voluto partecipare per dimostrare la loro vicinanza a chi è stato colpito da questa tragedia e per chiedere un’Europa più accogliente e solidale. Sono stati esposti cartelli con scritte come “Nessun essere umano è illegale” e “Apriamo i porti”, e sono stati letti messaggi di solidarietà e di condanna contro le politiche xenofobe e razziste.

I partecipanti si sono mossi dalla stazione della frazione di Steccato di Cutro alla spiaggia dove sono state trovate le vittime. La manifestazione si è conclusa con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del naufragio e di tutte le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo in cerca di una vita migliore. Gli organizzatori hanno sottolineato l’importanza di unirsi e di lottare insieme per costruire una società più giusta e solidale, che riconosca i diritti di tutti e che sia in grado di accogliere con umanità chi fugge da guerre e povertà. Un gruppo di persone ha poi pregato in arabo.

Questa manifestazione dimostra che la società civile calabrese è pronta a mobilitarsi per difendere i valori di solidarietà, accoglienza e rispetto dei diritti umani. È necessario che anche le istituzioni prendano atto di questa richiesta di giustizia e di umanità, e agiscano di conseguenza. Solo così potremo evitare che tragedie come quella di Cutro si ripetano ancora.