Limbadi ricorda Maria Chindamo tra arte e impegno civile

Maria Chindamo
Maria Chindamo

A Limbadi, nel luogo dove fu uccisa Maria Chindamo, arte, memoria e impegno civile si intrecciano per trasformare un luogo di dolore in un simbolo di giustizia, libertà e rinascita collettiva

LIMBADI (VV), 23 APR 2025 – Il 6 maggio, a nove anni dalla tragica scomparsa di Maria Chindamo, Limbadi si prepara a ricordare la sua storia trasformando dolore e ingiustizia in un potente messaggio di speranza, impegno civile e rinascita. Proprio lì, davanti al cancello dell’azienda agricola dove Maria fu uccisa nel 2016 per aver scelto di vivere libera, si terrà un evento commemorativo che unisce arte, memoria e attivismo sociale.

Promosso dal comitato “Controlliamo noi le terre di Maria” insieme ai familiari della vittima e a una rete di associazioni e istituzioni – tra cui Libera, GOEL Gruppo Cooperativo, Centro Comunitario Agape e l’Università della Calabria – l’evento si propone come presidio simbolico e concreto di legalità e resistenza.

«Il 6 maggio è diventata una data-simbolo per la Calabria – afferma Nancy Cassalia, portavoce del comitato – Parla di diritti, di libertà, di vita. Dal luogo dove Maria ha perso tutto, noi continuiamo a costruire una memoria che vuole trasformare il presente e incidere sul futuro».

Quest’anno, il ricordo di Maria si arricchisce di nuovi segni tangibili: verrà inaugurato uno spazio-giardino progettato dagli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Vibo Valentia e una scultura realizzata dall’artista Luigi Camarilla. L’opera sarà illuminata grazie al progetto “Illuminiamo le terre di Maria”, sostenuto dall’azienda Artemide in collaborazione con l’associazione CCO – Crisi Come Opportunità. Un gesto che va oltre il simbolismo: «illuminare il luogo del delitto – spiegano gli organizzatori – significa restituirgli dignità, trasformarlo in spazio di bellezza e impegno».

Anche il teatro darà voce alla memoria con un estratto dello spettacolo “Se dicessimo la verità”, firmato da Giulia Minoli ed Emanuela Giordano. Un racconto intenso che ripercorre la storia di Maria, intrecciandola a quelle di tante altre donne che hanno pagato il prezzo della libertà in contesti dominati da logiche mafiose e patriarcali.

Maria Joel Conocchiella, referente di Libera Vibo Valentia, sottolinea con forza: «Il nostro impegno è quotidiano. Il 6 maggio è il giorno in cui riaffermiamo che la ‘ndrangheta non ha vinto. Siamo tutti Maria: uomini e donne liberi, protagonisti del cambiamento nel Sud».

Un messaggio condiviso anche da Giovanna Vingelli, direttrice del Centro di Women’s Studies “Milly Villa”, e Lucia Lipari del Centro Comunitario Agape, che evidenziano l’importanza di un lavoro culturale profondo, capace di scardinare le logiche mafiose e favorire percorsi di consapevolezza collettiva.

A concludere, la voce del fratello Vincenzo Chindamo, oggi impegnato con il GOEL Gruppo Cooperativo: «Questo evento è il simbolo di una resistenza civile. La rete che si è creata attorno a Maria è una forza che nessuna violenza potrà mai spezzare. Continuiamo a costruire un futuro diverso, per tutte le donne che ancora oggi lottano per la propria libertà».

L’appuntamento è martedì 6 maggio, dalle ore 10, in Contrada Montaldo a Limbadi. Un giorno per ricordare, ma soprattutto per agire.

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