Malika buttata fuori casa e minacciata perché lesbica

Malika (fonte youtube)

Sta facendo il giro del web la storia di Malika: una ragazza di Castelfiorentino che è stata letteralmente buttata fuori casa dalla famiglia poiché innamorata di una ragazza.

La vicenda ha scosso l’opinione pubblica non solo per l’evidente ignoranza della famiglia, ma per la violenza delle parole.

Parole bruttissime dette soprattutto dalla madre della ragazza che sono sfociate in vere e proprie minacce di morte proferite dal fratello.

Che le famiglie tradizionali non siano la panacea è tristemente risaputo. Evidentemente c’è molto da lavorare circa la mentalità arretrata e la difesa di diritti sacrosanti che non dovrebbero essere messi in discussione.

Malika Chalhy, per fortuna, ha ricevuto la solidarietà di tantissime persone. Personaggi famosi e politici hanno espresso rabbia per la vicenda e parole di conforto per lei che ha avuto la sfortuna di nascere nella famiglia sbagliata. Ci verrebbe da chiedersi: quante Malika ci sono in giro che non hanno il potere mediatico delle propria storia? Quanti atti di bullismo si devono ancora registrare prima di dichiararli vietati per legge?

In una nota i parlamentari toscani del Pd Caterina BitiDario Parrini e Luca Lotti hanno raccontato la storia di Malika. Con l’occasione, hanno sottolineato quanto sarebbe urgente approvare il DDL Zan.

«L’approvazione della legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo è un atto dovuto a Malika e a tutti coloro che si sentono in pericolo ad esprimere i propri sentimenti, che vengono isolati, cacciati, aggrediti per la persona che amano. È una battaglia da condurre con tutte le nostre forze in Parlamento, ma è una battaglia che va vinta anche nella nostra società: ne va della vita delle persone e del nostro grado di civiltà come Paese»

Malika Chalhy ha voluto ringraziare tutti per l’affetto dimostratole. Lo ha fatto tramite un post pubblico scritto nel suo profilo Facebook: «GRAZIE. Per una parola, un gesto, un abbraccio virtuale. Vi leggo tutti, ma siete veramente tanti. Porto avanti questa battaglia con coraggio, per i ragazzi che stanno passando quel che ho passato e sto passando io, per i bambini del futuro, per quel che conta nella vita.. l’amore. Vi chiedo soltanto di non dimostrare odio, offese e parole brutte verso i miei “genitori”, per quanto siano anche comprensibili. Vi abbraccio tutti.»

Probabilmente la famiglia si ricrederà e farà un passo indietro o forse no. C’è però il segno della crepa, di una frattura che nessun tempo potrà ricucire. Siamo sicuri che in queste famiglie di perbenisti e ipocriti la mancanza di amore non sia già stata dichiarata da tempo?

Per quanto ignoranti, un figlio lo si ama e non si rinnega mai. Lo ha fatto addirittura il padre di Erica De Nardo che ha scelto di non abbandonare la figlia nonostante l’orrore. Un figlio è un figlio.

In una vicenda di amore come quella delle tante Marike invece è proprio l’amore a essere ucciso.

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