Musica nel carcere di Catanzaro: suona la band di Michele Ligarò

FOTO DI GRUPPO CON IL DIRETTORE PARAVATI ED IL COMANDANTE S. POLI
FOTO DI GRUPPO CON IL DIRETTORE PARAVATI ED IL COMANDANTE S. POLI

Proprio alla fine dell’emergenza epidemiologica, la musica entra nella Casa Circondariale di Catanzaro, con le note della band di Michele Ligarò, che il 26 marzo suona dentro un carcere, come dice il suo leader “con lo stesso entusiasmo che riserva ai concerti nei palcoscenici all’aperto”.

Parole confermate dalla sistematicità di questi eventi volontari organizzati dalla band nella Casa Circondariale: per la quarta volta, dopo una lunga pausa dovuta alla pandemia da Covid 19, nella sala teatro del carcere dialoghi e musica si alternano, con un omaggio ai brani più noti e belli della musica leggera italiana.

Nel vasto repertorio, la parentesi napoletana non può non suscitare l’entusiasmo dei numerosi detenuti di origini campane.

Il direttore del carcere Angela Paravati spiega: “L’attenzione della comunità esterna è fondamentale per far sì che il carcere assolva al suo ruolo di servizio sociale, nell’ottica di una finalità rieducativa della pena: per questo motivo ringrazio questi artisti per la continuità con cui hanno dato attenzione a questo luogo, facilmente dimenticato da tanti”.

E c’è di più: “La musica, in quanto educazione all’ascolto, diventa essa stessa educazione alla legalità. Chi fa musica è abituato ad ascoltare, e quindi a non disinteressarsi del prossimo: questo tipo di attenzione è la premessa di qualsiasi percorso rieducativo.”

In quest’ottica è da intendersi anche il dono preparato dai detenuti per ringraziare la band della visita: una targa con il simbolo della pace, una colomba, anche per dire un netto “no” alla tragica guerra che sta devastando l’Ucraina, seguita anche da questo luogo.

Un messaggio che così arriverà oltre le sbarre: i detenuti del carcere di Catanzaro sono a favore della musica e contro la guerra.