Sequestro beni a imprenditore vicino alla ‘ndrangheta: sigilli per oltre 2 milioni di euro
VIBO VALENTIA, 28 MAR 2025 – Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Catanzaro ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, riconducibili a un imprenditore ritenuto vicino alla cosca Anello-Fruci. L’uomo sarebbe stato coinvolto in attività illecite legate alla fornitura di calcestruzzo per cantieri controllati dalla ‘ndrangheta.
Nei giorni scorsi, su disposizione del Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione, i militari del Comando Provinciale hanno eseguito il provvedimento di sequestro, che ha colpito un’azienda con sede a Maierato (VV). L’intervento ha riguardato l’intero capitale sociale della società, oltre a 4 unità immobiliari, 4 appezzamenti di terreno, 25 automezzi e un impianto di produzione di calcestruzzo.
L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica e condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.), ha evidenziato la pericolosità del soggetto coinvolto, già emerso nell’ambito dell’operazione “Imponimento”. Inoltre, l’imprenditore era stato precedentemente indagato nell’operazione “Dedalo-Petrolmafie”, un’inchiesta su estorsioni aggravate dalla metodologia mafiosa, condotta in collaborazione con il ROS dell’Arma dei Carabinieri di Catanzaro.
Le indagini hanno permesso di ricostruire il sistema attraverso cui la cosca Anello-Fruci si garantiva il controllo delle commesse per la fornitura di calcestruzzo nei principali cantieri della zona. Tra le opere interessate figurano i lavori di ristrutturazione del punto vendita Eurospin di Pizzo (VV), la costruzione di un resort in località Galìa e la ristrutturazione della stazione ferroviaria di San Pietro a Maida (CZ). Gli inquirenti ritengono che i beni sequestrati siano stati acquistati con proventi illeciti, evidenziando una netta sproporzione tra il valore del patrimonio e i redditi dichiarati dall’imprenditore e dalla sua famiglia.
Il provvedimento di sequestro è stato adottato ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 159/2011 ed è ora soggetto a verifica nell’ambito del procedimento di prevenzione patrimoniale, attualmente in corso presso il Tribunale di Catanzaro. Il giudizio si concentrerà sull’eventuale confisca definitiva dei beni, nell’ambito della lotta alle infiltrazioni mafiose nel settore economico e produttivo del territorio.