Omicidio Speranza: cinque arresti dopo 24 anni di silenzio

Dia
Dia

Arrestati cinque indagati per l’omicidio di Massimo Speranza, alias “il Brasiliano”, ucciso nel 2001 in una faida tra clan mafiosi a Cosenza

Dopo oltre vent’anni, la verità sulla scomparsa di Massimo Speranza, alias “il Brasiliano”, sembra finalmente emergere. Nella mattinata del 3 aprile 2025, il personale del Centro Operativo della DIA di Catanzaro ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, ritenute responsabili del brutale omicidio avvenuto nel settembre del 2001.

L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, è il risultato di lunghe e complesse indagini basate sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Grazie alle loro testimonianze, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire l’intera dinamica del delitto, delineando il ruolo dei presunti mandanti ed esecutori materiali.

Un omicidio di mafia nel contesto della guerra tra clan

Secondo gli investigatori, l’omicidio di Speranza si inserisce in un periodo di forte tensione tra il clan dei Rom e quello degli “italiani” a Cosenza, culminato nella cosiddetta “strage di via Popilia” dell’11 novembre 2000. La vittima, residente proprio in via Popilia, era considerata troppo vicina al clan rivale ed era sospettata di aver rivelato informazioni riservate sul gruppo Rom. Questo avrebbe decretato la sua condanna a morte.

Il giovane fu attirato con l’inganno: gli fu offerta la possibilità di testare una partita di droga di alta qualità. Da Cosenza fu portato prima a Lauropoli, poi ad Apollinara e infine a San Demetrio Corone, dove venne ucciso con colpi d’arma da fuoco. Il cadavere fu fatto sparire con la tecnica della “lupara bianca”, rendendo la sua scomparsa un mistero per anni.

Le indagini e gli arresti

L’inchiesta ha fatto passi avanti grazie alle rivelazioni di collaboratori di giustizia, le cui dichiarazioni sono state riscontrate dagli inquirenti. La Procura ha così ricostruito, a livello indiziario, la catena di comando dietro il delitto, individuando mandanti ed esecutori.

Le persone arrestate dovranno ora affrontare il processo: il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, e gli indagati avranno la possibilità di difendersi nelle sedi opportune. Tuttavia, l’operazione segna un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e nel fare luce su uno dei tanti omicidi irrisolti della sanguinosa faida cosentina.

LEGGI ANCHE: Omicidio a Bovalino: 50enne ucciso a colpi di pistola