Operazione ‘I CAN’: arresti e misure restrittive in Italia e Germania

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Operazione ‘I CAN’: blitz congiunto tra Italia e Germania porta all’arresto di membri della ‘Ndrangheta accusati di estorsione, traffico di frutta e reati finanziari

Il 1° aprile 2025, un’importante operazione internazionale ha avuto luogo in Italia e Germania, coinvolgendo la Polizia di Stato italiana, la Kriminalpolizeidirektion di Waiblingen, e il supporto della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Il risultato di questa imponente azione investigativa è l’esecuzione di 29 provvedimenti restrittivi, tra cui arresti in carcere e agli arresti domiciliari, a carico di membri di una potente organizzazione criminale di tipo ‘ndranghetistico.

L’operazione, coordinata dal Servizio Centrale Operativo (SISCO) della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Catanzaro, ha visto anche la collaborazione delle forze di polizia di altre città italiane, tra cui Cosenza, Modena, Parma, Ferrara, e Grosseto, nonché l’ausilio di unità cinofile e reparti di prevenzione crimine. Il cuore delle indagini ha riguardato l’operatività di un’organizzazione mafiosa radicata nel territorio di Cariati, in provincia di Cosenza, con estensioni anche in Germania, particolarmente nel land del Baden-Württemberg.

Le indagini, condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Catanzaro e della Direzione Distrettuale Antimafia, sono partite da una serie di attività investigative tradizionali, supportate da intercettazioni telefoniche, servizi di monitoraggio e investigazioni sul campo. Un aspetto cruciale dell’inchiesta è stata la creazione di una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team – JIT), che ha visto il coinvolgimento delle autorità italiane e tedesche, con la cooperazione della Procura di Stoccarda e della Polizia di Stoccarda, sotto il coordinamento di Eurojust.

L’operazione ha portato alla luce il modus operandi di una ‘ndrina che operava con metodi violenti per estorcere denaro e forzare imprenditori italiani in Germania a comprare frutta proveniente dalla Calabria, utilizzando anche danneggiamenti come strumento di intimidazione. Gli indagati sono accusati di reati vari, tra cui estorsioni, danneggiamenti, trasferimento fraudolento di valori, e falso, tutti aggravati dal contesto mafioso.

In particolare, l’inchiesta ha rivelato il coinvolgimento di professionisti, che operavano sul territorio di Cariati, in pratiche come l’intestazione fittizia di beni e l’illegale concorrenza con minaccia, contribuendo al radicamento dell’influenza mafiosa anche nel settore economico locale. Gli indagati, 13 dei quali sono stati arrestati e 7 posti ai domiciliari, dovranno rispondere di gravi accuse legate ad attività illecite e all’imposizione di pratiche mafiose, anche all’estero.

Contemporaneamente, in Germania, la Polizia tedesca ha eseguito misure cautelari nei confronti di altri indagati, sempre nell’ambito delle stesse indagini. Le autorità tedesche, infatti, hanno avviato parallele indagini sotto la direzione della Procura di Stoccarda, in collaborazione con gli inquirenti italiani, per far fronte all’infiltrazione della criminalità organizzata calabrese nel tessuto economico tedesco.

L’operazione “I CAN” è un altro esempio di come la cooperazione internazionale sia fondamentale nella lotta contro le organizzazioni mafiose, e rappresenta un passo importante nel contrasto alla ‘ndrangheta, sia in Italia che all’estero. Le indagini continuano, e il procedimento è ancora nella fase preliminare, ma la portata dell’operazione è già un segnale forte della determinazione delle forze dell’ordine nel perseguire le organizzazioni criminali che tentano di infiltrarsi nei settori economici e nelle vite dei cittadini.

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