Parco della Sila, tre denunce per aver introdotto armi in zona protetta

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Tre persone denunciate nel Parco della Sila per aver introdotto armi in una zona protetta vietata alla caccia, grazie alle indagini condotte con fototrappole dai Carabinieri

Un’operazione mirata dei Carabinieri del Nucleo “Parco” di Spezzano della Sila ha portato alla denuncia di tre individui, responsabili di aver introdotto armi in una zona del Parco Nazionale della Sila dove l’attività venatoria è vietata. I controlli, svolti nelle ultime settimane, hanno utilizzato tecnologie avanzate come fototrappole, posizionate nelle aree più sensibili del parco per monitorare comportamenti illeciti.

Gli agenti hanno installato le fototrappole in località “Macchia di Pietro”, nella sezione “Serra Pedace”, nel comune di Casali del Manco, in una zona della “zona 2” del Parco Nazionale della Sila. L’analisi delle immagini ha permesso di identificare due uomini e un terzo complice, tutti in possesso di fucili privi di custodia, pronti all’uso. I tre, aggirandosi in una zona protetta, avevano violato le normative che vietano l’ingresso di armi e la caccia.

La legge quadro sulle aree protette, che tutela la fauna e l’ambiente del Parco, impedisce l’introduzione di armi e l’attività venatoria nelle aree designate, come quelle in cui i tre sono stati ripresi. I carabinieri hanno provveduto a deferire i responsabili alla Procura della Repubblica di Cosenza, denunciandoli per aver violato le normative in vigore.

L’operazione conferma l’impegno delle forze dell’ordine nella protezione del Parco Nazionale della Sila, area di grande valore naturalistico e paesaggistico, e nella lotta contro il bracconaggio, un fenomeno che mette a rischio la biodiversità della zona.

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