Polistena (RC): arrestato 35enne per maltrattamenti in famiglia

carabinieri reggio calabria
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Arrestato un 35enne per anni di maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori ai danni dell’ex compagna e della madre, grazie alla denuncia della figlia che ha assistito alla violenza in diretta

Un incubo che ha durato sette anni è finalmente giunto al termine per una giovane donna e sua madre, entrambe vittime di un continuo calvario inflitto da un uomo di 35 anni, già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona. Le indagini, condotte dai Carabinieri della Stazione di Polistena, hanno portato all’arresto dell’uomo, accusato di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori nei confronti della sua ex compagna e della madre di lei.

La vicenda, tragicamente lunga, è emersa grazie al coraggio di una delle figlie della vittima, emigrata in Lombardia, che ha ricevuto una chiamata disperata dalla madre durante uno degli ennesimi episodi di violenza. La donna, ascoltando in vivavoce l’aggressione, ha assistito in diretta all’atto di violenza sessuale perpetrato dall’uomo, che, come emerso dalle indagini, aveva ormai instaurato un clima di terrore psicologico, fisico e morale, rendendo la vita quotidiana della giovane e della madre un inferno.

Dopo aver ascoltato le urla e le frasi oscene dell’aggressore, la figlia ha immediatamente allertato i Carabinieri, descrivendo la violenza e la situazione critica che si stava svolgendo. Nel frattempo, la madre è riuscita a fuggire dall’aggressore e si è recata in ospedale. La chiamata della figlia è risultata determinante per far luce su anni di soprusi. Grazie alla collaborazione delle due donne, è stato possibile ricostruire il quadro di abusi che aveva completamente stravolto le loro vite.

La gravità delle accuse ha spinto gli inquirenti ad attivare il “codice rosso”, la procedura urgente prevista in casi di violenza domestica. Il Procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti, ha contestato all’uomo diversi crimini, tra cui i maltrattamenti in famiglia, la violenza sessuale e gli atti persecutori. La corte, valutando l’aggressività e la ripetitività delle violenze, ha ritenuto necessario disporre la custodia cautelare in carcere per evitare che l’uomo potesse continuare a commettere reati.

L’arrestato, che ha mostrato un comportamento violento e impulsivo, è stato tradotto presso l’istituto penitenziario di Palmi, dove resterà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Questo arresto segna la fine di un incubo che ha segnato in modo indelebile le vite di madre e figlia, restituendo loro quella serenità che sembrava perduta.

Il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e, in quanto tale, l’uomo è considerato innocente fino a una condanna definitiva.

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