Rende (CS): sparatoria al bar, 41enne arrestato dai Carabinieri

Carabinieri Cosenza
Carabinieri Cosenza

I Carabinieri della Stazione di Luzzi (CS), coadiuvati da personale del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Rende (CS) hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di B.D., 41 anni, di Luzzi (CS), indagato per il reato di lesioni personali aggravate e detenzione e porto abusivo di arma da sparo.

Al riguardo, si comunica, nel rispetto dei diritti dell’indagato che lo stesso è da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

La vicenda trae origine dall’attività informativa esperita dai militari della Stazione di Luzzi i quali appuravano che la mattina del 24 gennaio scorso un uomo di 30 anni, dopo essere stato attinto da colpi di arma da fuoco alla gamba sinistra, si era portato con mezzi propri al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cosenza ove veniva sottoposto ad intervento chirurgico per l’estrazione del proiettile. All’arrivo dei Carabinieri la vittima riferiva di essere il gestore di un bar di Luzzi dove, nella tarda serata del giorno prima era stato raggiunto da un uomo incappucciato e travisato che gli aveva sparato alla gamba per poi darsi alla fuga. È stato un passante a soccorrerlo e ad accompagnarlo in ospedale.

L’attività investigativa, eseguita nell’immediatezza dai militari dell’Arma con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Cosenza, permetteva di identificare l’indagato al termine di plurime escussioni di persone informate sui fatti che hanno consentito l’esatta ricostruzione della dinamica dell’evento, determinando l’arresto per il reato di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco nonché di lesioni personali aggravate e la successiva sottoposizione dell’autore agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il movente del gesto sarebbe riconducibile ad una vendetta per l’incendio di un’abitazione in uso all’indagato, risalente al 15 gennaio 2023, di cui lo stesso ritiene responsabile la vittima.