Rifiuti, roghi e abbandono: il volto nascosto di Catanzaro

via Lucrezia della Valle trasformata in una discarica a cielo aperto
via Lucrezia della Valle trasformata in una discarica a cielo aperto

Catanzaro, via Lucrezia della Valle trasformata in una discarica a cielo aperto: roghi di plastica, rifiuti speciali e strutture pubbliche abbandonate tra l’indifferenza delle istituzioni

In via Lucrezia della Valle, una delle arterie centrali dell’economia catanzarese, esiste una “zona franca” che nulla ha a che vedere con privilegi fiscali o innovazione. È un’area abbandonata, invasa da rifiuti speciali, roghi tossici e degrado estremo, a pochi passi da negozi di lusso, aziende, abitazioni civili e centri commerciali. Un paradosso che racconta meglio di qualunque statistica la fragilità della gestione urbana nel capoluogo calabrese.

A denunciare la situazione sono residenti e commercianti esasperati, che da anni convivono con un gigantesco deposito abusivo a cielo aperto: plastica bruciata, pneumatici, batterie esauste, cavi elettrici, pezzi di automobili e materiale metallico accumulato senza controllo. Una bomba ecologica che cresce giorno dopo giorno, sotto lo sguardo impotente – e silente – delle autorità competenti.

«Qui si brucia plastica ogni settimana, l’aria è irrespirabile. Eppure nessuno fa nulla», racconta una commerciante della zona, affiancata da diverse famiglie che abitano nelle vicinanze. Oltre all’inquinamento ambientale e al rischio sanitario, la zona è diventata anche un ricettacolo per i ratti, che ormai infestano strade e marciapiedi.

Ma il degrado non si limita ai rifiuti: l’intera area è costellata di ex uffici pubblici e capannoni industriali di proprietà degli enti locali, oggi ridotti a ruderi con finestre scardinate, porte divelte e immondizia ovunque. Un patrimonio pubblico lasciato marcire nell’indifferenza generale, che potrebbe invece essere riconvertito e restituito alla comunità.

La vicinanza con il centro commerciale “Le Aquile” e con strutture di valore rende ancora più intollerabile questa situazione. A meno di 500 metri da uffici direzionali e attività economiche di rilievo, si estende quella che sembra una vera e propria zona di guerra: uno scenario desolante che nessuno vorrebbe vedere nella propria città.

La richiesta dei cittadini è chiara: un intervento immediato di bonifica e riqualificazione. Ma soprattutto, una risposta concreta da parte delle istituzioni. «Non chiediamo miracoli, solo un minimo di civiltà», dicono all’unisono i residenti. Perché non può essere accettabile, nel 2025, che una città come Catanzaro conviva con queste ferite aperte nell’indifferenza generale.

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