REGGIO CALABRIA, 1 DIC 2023 – La clinica “Villa Aurora” è al centro di uno scandalo ambientale, con la squadra mobile di Reggio Calabria che ha proceduto al sequestro dell’istituto sanitario a causa di un smaltimento illecito di rifiuti speciali. L’azione è stata avviata d’urgenza, con il procuratore Giovanni Bombardieri e l’aggiunto Stefano Musolino che hanno emesso il provvedimento, successivamente convalidato dal gip Antonino Foti.
L’indagine ha avuto inizio mesi fa, quando gli agenti di una volante sono intervenuti il 19 febbraio durante un incendio di rifiuti nelle vicinanze della clinica. Durante le operazioni di spegnimento, è emersa la presenza di materiale sanitario, suscitando sospetti tra gli investigatori. La segnalazione dell’episodio alla Procura ha avviato una più approfondita indagine, condotta dalla Squadra Mobile sotto la guida di Alfonso Iadevaia, che ha rivelato una sistematica violazione delle norme riguardanti la gestione dei rifiuti speciali.
Nell’ambito delle indagini, sono stati individuati come indagati l’amministratore della clinica “Villa Aurora”, Giorgio Crispino, 59 anni, originario di Cosenza, sua moglie Bruna Scornaienchi, 59 anni, anch’essa di Cosenza e direttrice responsabile, insieme al responsabile amministrativo Maria Grazia Germanò, 64 anni, di Reggio Calabria.
Secondo l’atto di accusa, tutti e tre avrebbero impartito disposizioni affinché il personale dipendente effettuasse in modo sistematico e continuativo l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sanitari pericolosi, mescolandoli a quelli non pericolosi prodotti normalmente dalla struttura. Questi rifiuti venivano destinati alla raccolta ordinaria gestita dall’impresa del Comune di Reggio, occultandoli all’interno di mastelli e sacchi lungo via Petrara, retrostante l’accesso principale della clinica.
La Procura sostiene che la decisione di abbandonare i rifiuti in questo modo, compresi quelli pericolosi, rappresenti una “scelta imprenditoriale strutturale” da parte dei responsabili di Villa Aurora. Poiché risultava inverosimile che il personale agisse autonomamente, si presume che l’invio e lo smaltimento dei rifiuti siano stati gestiti in sistematica violazione delle norme penali.
In risposta alla richiesta di sequestro avanzata da Stefano Musolino, il gip Antonino Foti ha nominato due amministratori giudiziari, gli avvocati Francesco Aricò e Giovanni Melissari, per gestire la situazione e garantire il regolare svolgimento delle attività cliniche, nel rispetto delle leggi ambientali e sanitarie. La comunità attende ora ulteriori sviluppi in questo caso che coinvolge la gestione irresponsabile dei rifiuti sanitari, con possibili conseguenze sulla salute pubblica e sull’ambiente locale.