Sequestro di oltre 740 mila euro tra beni immobili, attività economiche e disponibilità finanziarie nei confronti di un lametino affiliato alla cosca GIAMPÀ.
A seguito di indagini patrimoniali, coordinate dal nuovo Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, Dott. Nicola Gratteri e dal Procuratore Aggiunto presso la D.D.A., dott. Giovanni Bombardieri, il GICO della Guardia di Finanza di Catanzaro ha sottoposto a sequestro un patrimonio di oltre 740 mila euro riconducibile a TROVATO Franco, affiliato alla cosca di ‘ndrangheta GIAMPÀ, operante in Lamezia Terme. Nel corso dell’attività odierna, in particolare, è stata data esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Seconda Penale – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ai sensi del nuovo Codice Antimafia (D. Lgs. 159/2011).
Tale normativa prevede l’applicazione delle misure di prevenzione, anche patrimoniali a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi, ovvero che per la loro condotta ed il tenore di vita debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuosa. Il destinatario del provvedimento, oltre ad aver subito condanna, ormai definitiva, per reati di violazione della legge sulle sostanze stupefacenti e della legge sulle armi, ha riportato una condanna in primo grado alla pena di anni dodici di reclusione per il reato di partecipazione all’associazione mafiosa facente capo a GIAMPÀ Francesco, inteso il “Professore”, operante in Lamezia Terme, nonché per il reato di partecipazione ad associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe assicurative.
Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori del G.I.C.O., prodromiche all’emanazione del provvedimento di sequestro, hanno consentito di ricostruire in capo all’indagato un notevole complesso patrimoniale, costituito da beni immobili, attività commerciali, quote societarie e disponibilità finanziarie, detenute sia direttamente che attraverso prestanome, il cui valore è risultato sproporzionato rispetto alle capacità economico-reddituali dei rispettivi titolari.
Nello specifico, l’esecuzione del succitato provvedimento ha portato al sequestro dei seguenti beni: nr. 1 fabbricato in Nocera Terinese; quote di proprietà su 8 fabbricati siti in Lamezia Terme; quote di partecipazione su 3 attività economiche; quote di proprietà su 6 terreni; rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo stimato pari a 744 mila euro circa