Sicilia, 3 arresti e indagato l’assessore Razza: dati dei contagi falsificati per non far scattare zona rossa

Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza
Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza


In Sicilia, negli ultimi 5 mesi, i dati dei contagi sarebbero cresciuti in modo preoccupante, ma nessuno lo avrebbe saputo. I dati allarmanti infatti sarebbero stati nascosti dai vertici dell’assessorato alla Salute. Si sarebbero alterati i numeri dei positivi e dei tamponi, per mantenere l’indice sotto i livelli di guardia.

È quanto accusa, un’accusa grave, la Procura di Trapani. Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale e del Nas hanno notificato tre provvedimenti di arresti domiciliari. I destinatari dei tre provvedimenti sono: la dirigente generale della Regione e due suoi collaboratori.

Avviso di garanzia invece per l’assessore Ruggero Razza e un invito a comparire per essere interrogato.

Tutti accusati di vari episodi di falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale. Sono quaranta gli episodi contestati. L’ultimo risale al 19 marzo.

Le persone arrestate

In particcolare, ai domiciliari sono andati Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento per le attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, braccio destro dell’assessore Razza; Salvatore Cusimano, funzionario regionale ed Emilio Madonia, dipendente di una ditta che gestisce i flussi informatici dell’assessorato.

Il provvedimento è scattato su richiesta del Procuratore facente funzione di Trapani, Maurizio Agnello e le Sostitute, Sara Morri e Francesca Urbani.

L’ordinanza di custodia cautelare è del Gip di Trapani, Caterina Brignone, che ha riconosciuto la fondatezza della ricostruzione dei pm e la necessità di intervenire d’urgenza.

Secondo il Gip, ci si trova di fronte ad “un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione, Musumeci, che anzi – scrive il Gip – pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite”.  

Le persone indagate

Indagati nell’inchiesta risultano indagati anche il vice capo di gabinetto dell’assessore Razza, Ferdinando Croce e Mario Palermo, direttore del Servizio 4 del Dipartimento retto da Maria Letizia Di Liberti.