Reggio Calabria, sparatoria a Gallico dopo un incendio doloso: colpi di pistola contro il colorificio del figlio di un boss ucciso, si indaga su una possibile faida di ‘ndrangheta
REGGIO CALABRIA, 3 APR 2025 – Attimi di paura questa sera a Gallico, quartiere nella periferia nord di Reggio Calabria, dove una sparatoria ha scosso la tranquillità della zona. L’episodio si è verificato in traversa Marra, quando alcuni colpi di pistola sono stati esplosi contro un colorificio di proprietà di Giuseppe Paolo Chirico, 37 anni.
Sul posto sono intervenute tempestivamente le forze dell’ordine, con gli agenti della Polizia di Stato, della Polizia Municipale e della Scientifica, che hanno immediatamente transennato l’area per effettuare i rilievi. Le indagini sono già in corso e si stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire ai responsabili.
Un’intimidazione che segue un altro attacco
L’episodio di questa sera segue un primo atto intimidatorio avvenuto appena 24 ore prima, quando lo stesso negozio era stato colpito da un incendio doloso. Una doppia azione criminale che ha fatto scattare l’allarme tra gli inquirenti, convinti che l’episodio si inserisca in una più ampia faida di ‘ndrangheta.
Il titolare del colorificio, Giuseppe Paolo Chirico, è figlio di Domenico Chirico, detto “Mimmo”, ex boss di Gallico ucciso nel 2010 dopo aver scontato anni di detenzione. Pur essendo incensurato, il 37enne è legato a esponenti di spicco della criminalità organizzata locale: è nipote del collaboratore di giustizia Paolo Iannò e cognato di Antonino Crupi, condannato in via definitiva per omicidio tre anni fa.
L’ombra della ‘ndrangheta sulla sparatoria
L’ipotesi principale degli investigatori è che l’intimidazione sia legata agli equilibri criminali del quartiere. Da anni, infatti, Gallico è teatro di scontri tra clan, con numerosi blitz e arresti che hanno colpito le cosche locali.
La Procura di Reggio Calabria ha aperto un’inchiesta e il caso potrebbe essere seguito dalla Direzione Distrettuale Antimafia. L’attenzione resta altissima: il timore è che questa nuova escalation di violenza possa sfociare in un regolamento di conti tra gruppi rivali.
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