Traffico di rifiuti tra Campania e Calabria: nove misure cautelari

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Smaltimento illecito di rifiuti tra Campania, Puglia, Basilicata e Calabria: arrestati nove imprenditori e sequestrati milioni di euro

Un’importante operazione contro il traffico illecito di rifiuti ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di nove imprenditori accusati di aver organizzato un vasto sistema di smaltimento abusivo di rifiuti industriali tra Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. L’inchiesta, avviata nel 2023, è scaturita dal ritrovamento di oltre 4.000 tonnellate di rifiuti speciali abbandonati in capannoni dismessi e in aree agricole, in particolare nella provincia di Cosenza.

L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Lecce, Bari e Napoli sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce, ha permesso di ricostruire una rete criminale strutturata, dedita al traffico illecito di rifiuti. Attraverso intercettazioni, pedinamenti e riprese video, gli investigatori hanno scoperto che i rifiuti, provenienti in gran parte dalla Campania, venivano trasportati e abbandonati illegalmente in diverse località del Sud Italia. Il sistema si basava su documentazione falsificata, che attestava in modo mendace il corretto smaltimento dei materiali.

Tra le aree coinvolte nel traffico illecito figurano Villapiana e Cassano allo Ionio in Calabria, Ferrandina in Basilicata e Pulsano in Puglia, dove i rifiuti venivano sversati direttamente nel terreno o stoccati in capannoni abbandonati. In alcuni casi, i rifiuti venivano dati alle fiamme, causando danni ambientali e rendendo l’aria irrespirabile per i residenti.

Oltre alle misure cautelari nei confronti degli imprenditori coinvolti, le autorità hanno disposto il sequestro di beni per un valore di circa un milione di euro, frutto dell’illecito risparmio sui costi di smaltimento. Sequestrate anche tre società operanti nel settore del trattamento e recupero dei rifiuti, situate a Giugliano (NA), Onano (VT) e San Martino Valle Caudina (AV), insieme a tre capannoni industriali, due terreni agricoli e 25 automezzi utilizzati per il trasporto illegale.

L’operazione mira a interrompere l’attività criminale, prevenendo nuovi episodi di smaltimento illecito e assicurando la conservazione delle prove utili alle indagini. Complessivamente, oltre ai nove arrestati, altre 34 persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per il loro coinvolgimento nel traffico di rifiuti.

Le autorità sottolineano la necessità di rafforzare i controlli e la repressione di questi fenomeni, che vedono spesso la complicità di aziende operanti nel settore della gestione. L’inchiesta prosegue e non si escludono ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.

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