L’opinione di Evgenia Olimpieva per USA TODAY
Mentre Putin terrorizza l’Ucraina, altre persone russe come me stanno abbandonando il Paese e il suo fallimento totalitario.
Milioni di ucraini scappano per via della guerra e migliaia di russi fuggono perché presto la Russia diventerà uno Stato di polizia con, alla base, un’economia devastata.
L’altra guerra di Putin: perché il mondo non dovrebbe ignorare i rifugiati russi
Quando il Presidente russo Vladimir Putin ha iniziato questa guerra distruttiva inviando le truppe lungo i bordi dell’Ucraina, contemporaneamente ha intrapreso una guerra contro il nostro stesso Paese.
Se milioni di ucraini stanno scappando dall’orrore della guerra, rifugiandosi nei territori dell’Unione Europea, è anche vero che ci sono migliaia di russi che stanno tentando di trasferirsi, abbandonando le proprie case. Sono soprattutto giovani laureati e stanno scappando da ciò che sarà la Russia: uno Stato totalitario con un’economia devastata.
La gente sta andando nel panico poiché Putin potrebbe imporre la legge marziale.
Coraggiosamente, tanti stanno scegliendo di restare e di protestare. A queste persone dovrebbe essere riconosciuta l’audacia e dovrebbero essere supportate. Tante altre persone, inclusa me, stanno scegliendo di salvare sé stesse e le proprie famiglie, andando via. Nel caso in cui queste persone volessero fare questa scelta avrebbero bisogno di una mano; soprattutto i ragazzi che non vogliono arruolarsi nell’esercito di Putin, rifiutando di partecipare a questa guerra orribile.
Studenti russi sono stati richiamati mentre studiavano nelle università americane o di altre Nazioni e adesso sono impauriti. I russi non dovrebbero restare rinchiusi dentro un Paese sperando che non venga sopraffatto da un regime dittatoriale. Non è solo disumano, sarebbe inutile e indebolirebbe la causa a lungo termine.
La libertà in Russia sta scomparendo
Sebbene le frontiere russe siano ancora aperte, uscire è praticamente impossibile. Le restrizioni per i visti e per il Covid lasciano poche scelte e destinazioni.
I miei amici mi hanno detto che è impossibile comprare un biglietto se si volesse partire nell’immediato. I prezzi sono arrivati alle stelle e i sistemi di vendita di biglietti sono sotto pressione a causa dell’alta domanda e delle nuove restrizioni. Molti sono bloccati per via dell’impossiblità di prendere i soldi dai bancomat. Il trasferimento di somme al di fuori del Paese è praticamente impossibile, così pure per le sanzioni nel sistema bancario. Visto anche il valore esiguo del rublo, chi ha risparmiato si ritroverebbe a mani vuote una volta all’estero.
Nonostante il costo, abbiamo scelto di scappare perché comprendiamo quanto sia inumana questa guerra e abbiamo capito che le sanzioni porteranno a importanti conseguenze all’economia russa. Temiamo che il Paese affronterà una crisi umanitaria. Ma, ancora più importante, è che abbiamo intuito che per mantenere la stabilità in tempo di guerra, vista la distruzione economica, Putin trasformerà la Russia in uno Stato totalitario. È solo una questione di tempo.
Il totalirarismo ha già imboccato la sua via. Quei pochi media indipendenti sono stati silenziati. Le piattaforme dei social media hanno subito restrizioni. Le fake news riguardo la guerra sono punite fino a 15 anni di carcere.
Raramente chi protesta riesce ad espellere gli autocrati
Le ricerche scientifiche che riguardano la politica, asseriscono che la maggior parte dei dittatori sono soverchiati grazie a un colpo di stato, non dall’insurrezione del popolo. Quindi, le proteste, viste come uno strumento per cambiare il regime, sono in realtà molto poco efficaci.
Consideriamo, per esempio, le proteste in Bielorussia nel 2020 e nel 2021. Nonostante fossero imponenti non riuscirono a cacciare il Presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Putin a differenza della controparte bielorussa, è molto più popolare e più preparato nel contrastare le sommosse.
Paranoide e terrorizzato dalla possibilità di una rivoluzione democratica in Russia, Putin ha passato anni nel preparare ciò che sta avvenendo. L’opposizione è stata decapitata prima che si verificasse il tutto. Putin istituì la “Rosgvardiya”, cioè la Guardia Nazionale Russa, – il reparto di polizia militare e subordinato a Putin -, per impedire potenziali disordini interni. Le proteste pubbliche sono state stroncate sul nascere. Le tecnologie sono state implementate al fine di avere un forte controllo delle comunicazioni via internet.
Il 24 febbraio mi trovavo al centro di San Pietroburgo. Nello stesso istante, ci fu una protesta anti guerra. Vidi più poliziotti che dimostranti. Le proteste sono aumentate da allora, ma è difficile per la gente comune parteciparvi. A oggi, più di 13.500 persone sono state arrestate, in Russia.
Questa gente difficilmente avrà la meglio perché rappresenta solo la minoranza, una piccola parte delle popolazione che è di 144 milioni di cittadini. Coloro che credono che la Russia stia combattendo solo una guerra crederà a questa visione della realtà più a lungo possibile, non solo per via della macchina della propaganda che è efficiente, ma perché la verità è troppo dolorosa e distruttiva.
La rivoluzione in Russia, se mai ci sarà, avverrà solo quando le persone più vicine a Putin finalmente realizzeranno che il regime ha mentito e li ha traditi.
I rifugiati russi potrebbero diventare i vostri amici
I russi che stanno fuggendo oggi sono gli alleati più affini per l’Occidente, a dispetto del regime di Putin.
Nell’immediato, la fuga di cervelli danneggerà il regime di Putin e ciò si aggiungerà all’effetto delle sanzioni. Se si guarda più lontano, i rifugiati russi saranno le persone più adatte a ricostruire il Paese post Putin e la sua desolazione, ridefinendo una nuova epoca della Russia e delle sue relazioni con il resto del mondo.
Oggi, è giusto che l’Ucraina e gli ucraini debbano costituire una priorità, ma l’Occidente dovrebbe considerare anche l’altra guerra che Putin sta facendo contro la sua stessa gente.
Le restrizioni relative al Covid che impediscono ai russi di lasciare il Paese devono essere sospese. Paesi come la Georgia e l’Armenia, che potrebbero avere un numero enorme di rifugiati russi, devono essere supportate. Le leggi dei visti dovrebbero allentarsi invece di imporre restrizioni. Ai disertori dovrebbe essere garantito l’asilo.
Entrambe le vite dovrebbero essere salvate in questa terribile guerra.
*Traduzione a cura di Annamaria Gnisci
Evgenia Olimpieva è una professoressa russa Ph.D. in Scienze Politiche presso l’Università di Chicago e si interessa di politica dei regimi autoritari. Si sta specializzando in politiche comparative e in metodologia politica. Si è laureata in Scienze Politiche presso l’Università di Chicago e ha un master in Scienze e Liberal Arts al St. John’s College.
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